La violenza contro le donne passa anche attraverso provvedimenti che ne restringono la libertà operativa nell’informazione televisiva. Per di più con motivazioni pretestuose basate su considerazioni vagamente estetiche che nulla dovrebbero avere a che vedere con le notizie ed i commenti.
Così avviene che in Egitto la tv di Stato lancia l’ultimatum a conduttori e presentatrici giudicati troppo “pesanti”. Tre mesi di tempo per dimagrire, altrimenti si rischia di finire dietro le quinte.
“Circa il 90% dei presentatori e delle conduttrici sono in sovrappeso”: sono queste le contestate affermazioni di Hani Gaafar, capo del servizio regionale della tv di Stato. E’ stato lui, al giornale al-Masry al-Youm, a spiegare che “è stata data una dieta di novanta giorni”, che tutti avrebbero dovuto iniziare “a luglio”. Al termine, ha aggiunto, ci sarà una commissione a valutare lo staff, sia sulla bilancia che per le scelte di abbigliamento e per il livello culturale. “Chi non sarà giudicato idoneo – ha affermato – verrà trasferito in un altro settore”.
Da qualche giorno la Radiotelevisione egiziana (Ertu), diretta dall’ex anchorwoman Safaa Hegazy, è nel mirino delle polemiche per la vicenda che riguarda otto presentatrici, sospese per un mese con l’ordine di dimagrire prima di poter tornare in onda. Una decisione che segue, secondo chi la vuole mettere in atto, analoghi comportamenti in tutti i canali della tv pubblica.
Khadija Khatab, indicata dalla stampa egiziana come una delle otto dipendenti colpite dal provvedimento di sospensione, ha detto di non essere mai stata informata ufficialmente della decisione. “Penso di essere come qualsiasi normale donna egiziana – ha detto la Khatab alla tv privata Dream -. Non mi sento ripugnante. Non devo somigliare a una modella”. E ha aggiunto: “Usare parole inadeguate in riferimento alle presentatrici egiziane è un insulto inaccettabile”.
Per il Women’s Centre for Guidance and Legal Awareness si tratta indiscutibilmente di una “violazione della Costituzione” e di una forma di violenza contro le donne.
Giulio Pocecco