Un team di ricercatori della Capitale ha identificato una nuova molecola potenzialmente in grado di prevenire l’aterosclerosi. E’ l’obestatina, una sostanza scoperta circa un decennio fa, a cui erano stati attribuiti effetti anoressizzanti, e che adesso prometterebbe di proteggere le arterie nei pazienti obesi.
Lo studio, il primo ad avere testato gli effetti dell’obestatina nella circolazione umana, è stato condotto da scienziati dell’Università Tor Vergata di Roma e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nella ricerca, pubblicata sulla rivista americana ‘Diabetes’, la sostanza si è mostrata in grado di aumentare la produzione arteriosa di ossido nitrico (ad azione vasodilatatrice) sia in soggetti magri che obesi, scongiurando un danno dell’endotelio e la successiva formazione di placche aterosclerotiche con le conseguenti malattie cardiovascolari. Negli obesi poi l’obestatina ha anche diminuito il rilascio di endotelina (vasocostrittore), dimostrando una duplice azione benefica. Un effetto che assume particolare rilevanza alla luce di altri dati che evidenziano un suo effetto anche nel migliorare il metabolismo degli zuccheri e dei grassi, correggendo le anomalie metaboliche alla base della comparsa di diabete.
“L’obestatina è una molecola di grande interesse biologico, in quanto origina, prevalentemente nell’apparato gastro-intestinale, da un precursore comune ad un’altra sostanza, la grelina, che al contrario aumenta il senso di fame inducendo l’ingestione di cibo. E’ possibile quindi ipotizzare – sostengono Manfredi Tesauro e Nicola Di Daniele dell’Università Tor Vergata – che modificando il rapporto tra queste due sostanze a favore dell’obestatina sia possibile ottenere nei soggetti obesi anche un calo ponderale”. “Questo studio – conclude Carmine Cardillo, che insieme alla dottoressa Francesca Schinzari ha coordinato il gruppo dell’Università Cattolica – ha l’indubbio merito di aver dimostrato che, intervenendo in fase precoce, è possibile prevenire il danno vascolare indotto dall’obesità, purché si utilizzino strategie terapeutiche mirate, efficaci sulle anomalie specifiche che concorrono a determinarlo”.