Diffusi durante l’assemblea regionale Avis Umbria, che si è riunita lo scorso 23 Aprile a Spoleto, i dati, preoccupanti, riguardo le donazioni di sangue nella nostra regione: nel 2016 in Umbria sono state effettuate 44.438 donazioni, di cui 40.971 da soci Avis (anche non umbri), dati questi di poco superiori a quelli del 2009. Nel 2015 erano state rispettivamente 46.611 e 42.932, per cui si è registrata, in un anno, una diminuzione nella raccolta totale del 4,66 per cento (-2.173 donazioni) e tra i soci Avis del 4,57 per cento (-1.961 donazioni).
Un ulteriore dato è quello conseguito per le prime donazioni Avis, diminuite del 9,09 per cento. La minore raccolta è stata solo in minima parte compensata dalla migliore utilizzazione e dalla minore richiesta. I pazienti trasfusi sono stati 11.693 nel 2016 contro gli 11.754 del 2015 e le unità non utilizzate sono scese del 25 per cento rispetto all’anno precedente. La scelta della prima donazione differita si conferma lo strumento di maggiore fidelizzazione all’associazione con il 30,20 per centodi coloro che hanno seguito tale procedura che torna a donare contro il 19,58 per cento di quanti hanno effettuato la donazione classica.
“In questo periodo, nella nostra regione – ha dichiarato il presidente di Avis Umbria Giovanni Magara – si sta verificando una costante diminuzione delle donazioni di sangue. La persistenza di questo trend comincia a preoccuparci perché il servizio sanitario si troverà nella difficoltà di gestire le cure e le terapie necessarie ai malati con le giacenze che stanno assottigliandosi sempre di più. Con oggi abbiamo voluto trasmettere alla base associativa le nuove linee e azioni che andrebbero intraprese per migliorare e correggere questo trend”. All’assemblea è intervenuto anche Luciano Franchi, consigliere di Avis nazionale, che ha così commentato: “L’Umbria è una regione che ha dato un grosso contributo alla donazione del sangue, ha espresso dirigenti nazionali e ha saputo insegnare modalità nuove di interlocuzione e di promozione, soprattutto nelle fasce giovanili e negli extracomunitari. Da qui partiamo per una riflessione e per cercare di individuare un percorso di lavoro che consenta di far crescere le donazioni volontarie, anonime, gratuite, periodiche e consapevoli, di plasma e sangue, e per costruire il futuro dell’Avis”. “Tutti si devono sentire coinvolti – hanno aggiunto dall’associazione umbra – nella promozione della donazione: cittadini, imprese private e istituzioni pubbliche. Invitiamo tutti a diventare donatori di sangue al fine di garantire l’universalità del diritto alla salute e uguali condizioni di qualità e sicurezza della terapia trasfusionale. Donare sangue, oltre che fare bene agli altri, fa bene a ogni donatore in quanto permette un accurato controllo del proprio stato di salute e di far parte di un’associazione che riconosce tra i propri principi la gratuità, l’anonimato, l’attenzione a uno stile di vita sano e positivo, la cittadinanza solidale e la solidarietà”.