Per la prima volta allo Spoleto Festival, la Banda della Marina Militare ha subito catturato l’affetto e le simpatie degli ascoltatori che gremivano, lo scorso 10 Luglio, il Teatro Romano della deliziosa città umbra.
Introdotta da un suggestivo video dove venivano illustrati tutti gli ambiti nei quali la Marina Militare opera ogni giorno, dalla difesa dei beni archeologici che popolano i fondali della nostra penisola alla attività antincedio, altra grande, attualissima piaga del nostro Paese, solo per citarne due.
La Banda della Marina Militare ha condiviso il palco anche con la premiazione del concorso “Il Festival siamo noi”, destinato ai giovani spoletini di varie fasce di età per far crescere in loro il senso di appartenenza del Festival alla città e viceversa.
Il complesso bandistico, diretto dal Capitano di Fregata Antonio Barbagallo, ha proposto un programma davvero eterogeneo, spaziando dai grandi classici come Berliotz, Rossini, Verdi ad un autore contemporaneo per banda: Johan De Meij. Il viaggio musicale ha attraversato il tempo e lo spazio, con la musica made in USA di Clare Grundman e quella di un maestro assoluto di casa nostra (sovente presente nei programmi presentati da bande) come Ennio Morricone.
Il salto generazionale proposto con il rock progressivo dei Pink Floyd ha messo d’accordo giovani e meno giovani mentre, dopo due bis quasi esilaranti, ricchi di gag e di interazioni con il pubblico che ha accompagnato la celeberrima aria verdiana del Rigoletto “La donna è mobile” ed ha cantato “Volare”.
La chiusura è stata dedicata alla tradizione con l’esecuzione de “La ritirata” di Tommaso Mario, tanto cara al corpo della Marina.
La commistione tra le diverse proposte culturali del Festival di Spoleto è la chiave per un successo che, in questa edizione, sembra sia pronto a superare ogni più rosea aspettativa.
Giulio Pocecco