Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 gli italiani, a Rieti e in provincia, come in tutta Italia, si trovarono divisi e contrapposti in una sanguinosa guerra civile che vedeva da una parte i fascisti con le truppe tedesche e dall’altra i partigiani.
In Sabina e intorno a Rieti, in attesa dell’arrivo degli anglo-americani, impegnati nella liberazione del sud del Lazio fino a Roma, gli attacchi partigiani all’esercito tedesco spianarono la strada.
I tedeschi più volte colpiti dalla guerriglia partigiana reagirono torturando, fucilando e impiccando partigiani e civili inermi, tra i quali numerose donne. Alla fine di aprile del 1944 solo nella città di Rieti erano stati rastrellati 500 civili, mentre la città aveva subito nel corso della guerra pesanti bombardamenti.
Oggi a 74 anni da quegli eventi storici, che segnarono anche nel reatino la vita di migliaia di italiani, parlare della liberazione di Rieti per la CGIL significa non dimenticare quei fatti e quelle gesta e onorare le imprese dei partigiani che liberarono Rieti e provincia, infliggendo notevoli perdite di uomini e mezzi alle truppe tedesche.
Per onorare i partigiani caduti e mantenere viva la memoria degli eventi che hanno permesso la liberazione di Rieti e della provincia, mercoledì 25 aprile 2018 la CGIL si recherà simbolicamente a Poggio Bustone, al Campo di Farfa, al Monte Tancia, alle Fosse Reatine e a Leonessa, luoghi che furono teatro di scontri impari, dove il coraggio e l’abnegazione di partigiani, ex soldati e civili volontari riuscirono a rallentare la fuga dei nazisti e indebolirli anche nello spirito, anche se ai liberatori tutto questo costò il sacrificio di tante vite, spesso giovani.
La città di Rieti non può dimenticare il sacrificio di quelle donne e quegli uomini che donarono la propria esistenza per permetterci di vivere una stagione di democrazia e di libertà, che non sono scontate.
Giuseppe Manzo