Sabato 22 febbraio alle ore 17:00, presso la Rocca-Centro per l’arte contemporanea di Umbertide, si terrà l’inaugurazione di “Linee d’ Umbria”, la mostra curata da Giorgio Bonomi che vedrà la presenza di 25 artisti umbri. Al taglio del nastro prenderanno parte il sindaco Luca Carizia, l’assessore comunale alla Cultura, Sara Pierucci, il curatore dell’esposizione e gli artisti coinvolti.
La mostra “Linee d’Umbria”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Umbertide con il contributo della Regione Umbria, potrà essere visitata fino al 15 marzo.
L’esposizione riprende il titolo di un’altra esposizione curata dallo stesso Bonomi nel 1987 presso il Palazzo dell’Unesco a Parigi.
Nel percorso espositivo è presente una selezione abbastanza ampia di artisti “umbri”, per nascita o per residenza.
Sono presenti varie tendenze stilistiche, varie modalità tecniche, varie generazioni anagrafiche: ecco perché si parla di “linee” al plurale. Nell’insieme viene documentata la pluralità delle diverse esperienze artistiche presenti nel territorio che è una “terra di maestri”: una regione piena di artisti di grande livello e spessore, documentati dai loro successi, in Italia e all’estero.
Gli spazi dell’antica fortezza medievale umbertidese ospiteranno opere di artisti già molto affermati, quali Giuliano Giuman, l’artista del vetro e del fuoco; Bruno Ceccobelli con un lavoro fortemente simbolico; Graziano Marini invece con un’astrazione dai colori lirici e Mario Consiglio che presenta un’opera composta con vari materiali. Allo stesso tempo sono presenti artisti, altrettanto bravi ma che, per ragioni anagrafiche o biografiche, hanno un’altra visibilità. Si presentano pittori dalle forti cromie come Ferruccio Ramadori, l’unico presente anche alla mostra nel Palazzo dell’Unesco; Sergio Cavallerin con la sua ironia “estroflessa”; Massimo Diosono con la sua nera cenere, Danilo Fiorucci con il nero del bitume accanto al colore. Diversa è la poetica di David Pompili che riprende, su un piano engagé, la pop art; e sulla stessa linea è il simbolico lavoro di Massimiliano Poggioni. Un altro tipo di “pittura” è quella di Laura Patacchia che sostituisce colori e tela con spilli e velluto; mentre pongono al muro l’opera anche lo scultore Marino Ficola e Lucilla Ragni che è pittrice, testimonianze, queste, dell’odierno superamento dei generi tecnici nell’arte.
Abbiamo poi una serie di scultori che operano con vari materiali: Eraldo Chiucchiù presenta una porcellana invetriata che appare come marmo; come l’opera, in calce solidificata, di Toni Bellucci; Tonina Cecchetti espone una sua “bambina” che se non è proprio cinica è certo ironica e inquietante. I due fratelli gemelli Auro e Celso Ceccobelli che lavorano assieme hanno creato un’opera che risente del ready made e di quello che Giulio Carlo Argan chiamava “bricolage”. Il duo, costituito dai coniugi Sandford&Gosti che lavorano a quattro mani, mostra una scultura “aerea” che pende dall’alto del soffitto, mentre Vittoria Mazzoni e Stefano Bonacci posizionano davanti a una loro scultura un loro disegno. Infine abbiamo le opere di tre giovani artisti: una poetica fotografia di Flavia Antoniazzi; una pittura “neoromantica” di Edoardo Cialfi e un “disegno” costruito con il filo di ferro di Gabriele Verducci.
Info giorni e orari: dal martedì alla domenica, compresi festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16,30 alle 18.30. Chiuso il lunedì.