Alla Rocca Paolina di Perugia, nel centro espositivo del Cerp, dal 22 febbraio al 15 marzo, dalle ore 10:00 alle ore 19:00, si terrà la mostra fotografica “Zona Rossa. Viaggio nei luoghi del terremoto 2016″: un viaggio per immagini e video che parte dalle Marche, attraversa l’Umbria, per passare poi nel Lazio e concludersi in Abruzzo, 8mila chilometri quadrati di territorio coinvolti dal sisma 2016 realizzato dai fotografi Marco Francalancia, Claudio Campodifiori, dal cine operatore Lucio Piermaria e dal giornalista Diego Aristei.
A quasi quattro anni dal sisma, la mostra vuole documentare, anche attraverso le testimonianze della gente, di video e interviste, lo stato dell’arte. L’allestimento della mostra porterà il visitatore a entrare, di fatto, in una vera e propria “zona rossa virtuale”.
La presentazione ufficiale alla stampa è avvenuta lo scorso 20 febbraio nella Sala Pagliacci in provincia di Perugia, il cui taglio del nastro è fissato per sabato 22 febbraio alle ore 16,30.
La mostra fa da filo conduttore a una serie di iniziative che andranno avanti dal 26 febbraio al 13 marzo e che prevedono convegni, seminari laboratori con le scuole.
L’obiettivo è non abbassare i riflettori sulla necessità di intervento in quelle zone e di testimoniare l’azione e l’operatività di Anci Umbria ProCiv nelle situazioni di emergenza.
Alla presentazione della mostra “Zona Rossa. Viaggio nei luoghi del terremoto 2016″ erano presenti Francesco De Rebotti presidente Anci Umbria, Nicola Alemanno sindaco di Norcia e coordinatore cabina di regia coordinamento nazionale sisma Anci Umbria, Silvia Bernardini, presidente Anci Umbria ProCiv, Erika Borghesi in rappresentanza della Provincia, Marica Mercalli, direttore Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Stefano Nodessi Proietti della Direzione Governo del territorio, Ambiente, Protezione civile della Regione Umbria, Anna Pistoletti dell’Ufficio Scolastico Regionale, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia, Stefano Mancini, il direttore di Ance Perugia, Walter Ceccarini e il consigliere di Federfarma Umbria, Gianfranco Rossi, titolare di una farmacia a Norcia. In rappresentanza dell’Ordine dei Giornalisti umbri era presente Massimo Angeletti.
E’ stata la Consigliera Borghesi, nel portare i saluti del presidente Luciano Bacchetta, ad aprire gli interventi: “La Provincia ha accolto con piacere l’iniziativa dell’Anci accogliendo questa importante mostra gli spazi del Cerp. E’ la testimonianza che laddove le istituzioni collaborano tra di loro è possibile realizzare importanti eventi che in questo caso coinvolgono l’intera regione. La Provincia nei giorni del terremoto si è attivata per cercare di alleviare i disagi legati prevalentemente alla viabilità. Un tema quello del terremoto sul quale bisogna tenere alta l’attenzione e questa iniziativa sarà certamente un contributo”.
“Questo evento non vuole rimanere fine a se stesso – ha infatti rimarcato De Rebotti – ma deve servire a smuovere le coscienze e ridare a questi luoghi una speranza. Dal nuovo commissario per la ricostruzione ci aspettiamo un lavoro rapido che dia impulso alla ricostruzione medesima anche per la peculiarità del cratere che vede 140 comuni coinvolti. Servono azioni mirate,puntuali e non generalizzate che tengano conto delle specificità dei territori colpiti”.
Ed è sulla speranza affiancata da testimonianza ed esperienza che Alemanno ha aperto il suo intervento. “L’Italia è un paese che non dispone di un modello unico di gestione delle emergenze, ma spesso è colpito da calamità naturali che lasciano seri danni. Disponiamo di una Protezione Civile utilissima, molto preparata che sembra una macchina da guerra nel gestire la fase dell’emergenza. Dopodiché la ricostruzione, al contrario, proceda lenta e piena di burocrazia. Questa iniziativa di Anci è un piccolo mattone nel muro della speranza e dobbiamo continuare ad alimentare la conoscenza “.
Della discrepanza tra gestione dell’emergenza efficace ed efficiente e la ricostruzione lenta e farraginosa ha parlato anche Mercalli la quale si è soffermata sull’ambito dei beni culturali. “Nell’area umbra siamo riusciti a mettere in sicurezza 38 edifici, 6400 opere sono conservate nel deposito di Santo Chiodo e a 1000 opere mobili abbiamo effettuato il primo intervento di restauro. La salvaguardia del patrimonio è importante – ha sottolineato Mercalli – poiché i beni culturali sono un patrimonio di inestimabile valore che si lega al rilancio turistico di questi luoghi che hanno subito un decremento di visitatori”.
Nodessi Proietti, fresco di nomina alla Direzione Governo del territorio, Ambiente, Protezione civile della Regione Umbria, come esperienza nel territorio del 1997 ad Assisi non ha rilasciato dichiarazioni, ma ha semplicemente detto che “il mio primo pensiero al mattino è velocizzare la ricostruzione collaborando insieme ai tecnici”.
Il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Perugia Mancini ha messo in evidenza “la carenza di personale negli uffici preposti ed occorrerebbero maggiori risorse per la ricostruzione che ci deve far ritrovare un senso di comunità”. Anche il presidente ha messo in evidenza la troppa burocrazia che rallenta e complica il lavoro”.
Durante la conferenza stampa c’è stata la commossa testimonianza del dottor Rossi, titolare della farmacia di Norcia (che è in un container messo a disposizione da Federfarma) che per scelta ha deciso di non abbandonare il paese per il senso di attaccamento e gratitudine ai cittadini che la abitano”.
“Zona Rossa. Viaggio nei luoghi del terremoto 2016″ è promossa da Anci Umbria, Anci Umbria ProCiv, Provincia di Perugia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, di Anci, dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia, oltre che del sostegno di Regione Umbria-Assemblea Legislativa, Ance Perugia, Federfarma Umbria e della Cooperativa “L’Incontro”. Il reportage è una testimonianza sull’attuale situazione nell’area del cratere, luoghi ricchi di storia con le chiese, gli eremi, le abbazie e le tante opere d’arte che in gran parte sono andate irrimediabilmente distrutte, insieme a tante abitazioni e aziende. Borghi totalmente rasi al suolo. Zone che rischiano di diventare per sempre silenziose. Terre di nessuno con la conseguente e inevitabile perdita della memoria storica e dello spopolamento di territori.