Una nuova tecnica applicata a ritrovamenti archeologici ha permesso di datare al Neolitico il rapporto tra uomo e cane
L’amicizia tra uomo e cane potrebbe non essere antica quanto si credeva finora: dal Paleolitico bisognerà spostare la datazione al Neolitico. Lo afferma uno studio scientifico pubblicato oggi negli Stati uniti, che mette in discussione la datazione del primo ritrovamento congiunto uomo-cane di circa 30mila anni fa.
Gli autori dello studio, pubblicato dalla rivista Nature, ritengono di aver dimostrato attraverso un’analisi morfologica 3D che i due crani di cani rinvenuti in Belgio, che rappresentano il più antico ritrovamento che dimostra un rapporto tra uomo e cane, apparterebbero in realtà “a lupi, non a cani“, ha detto Abby Drake, biologo del Skidmore College di Saratoga Springs.
“La domesticazione dei cani s’è prodotta più tardi, nel Neolitico, quando i lupi hanno cominciato a nutrirsi di carogne attorno agli accampamenti umani“, hanno scritto gli studiosi. E’ in quel periodo che gli uomini hanno cominciato a sedentarizzarsi e diventare agricoltori.
E’ la prima volta che questa tecnologia 3D, usata in passato per fossili umani, è stata usata per canidi. “Siamo in grado di determinare se un cranio provenga da un cane o da un lupo con una precisione del 96 per cento”, ha assicurato Drake.