Da ieri in tutte le librerie, al prezzo di 12 euro, è disponibile “La straordinaria storia della penna a sfera“, il nuovo lavoro di Giulio Levi edito da Diarkos.
Un tubicino esagonale di plastica trasparente, con dentro un altro tubicino di plastica pieno di un liquido pastoso, nero o di un altro colore. All’estremità è infilato un piccolo cono di ottone sul cui apice è incastonata una piccolissima sferetta di metallo che, fatta scorrere su un foglio di carta, lascia una traccia che non macchia, perché si asciuga subito. Insomma, avete capito: è una penna Bic, valore commerciale venti-venticinque centesimi.
La sua semplicità e il suo uso quotidiano, però, nascondono la storia di un’invenzione tutt’altro che scontata, di portata mondiale e rivoluzionaria per la vita di tutti i giorni. Una vicenda burrascosa e affascinante di ingegno e determinazione iniziata in Ungheria all’inizio degli anni Trenta, che si dipana attraverso intrighi commerciali, battaglie legali e mosse spregiudicate in uno scenario intercontinentale con lo sfondo delle leggi razziali e della Seconda guerra mondiale, e si prolunga fino ai giorni nostri.
Giulio Levi è nato a Firenze nel 1937 e risiede a Roma. Laureato in Medicina e specializzato in Neuropsichiatria, ha lavorato per quarant’anni in laboratori di ricerca in campo neurobiologico e neurofisiopatologico a Firenze, New York e Roma. È stato per molti anni coordinatore della ricerca scientifica per la Fondazione italiana sclerosi multipla e membro del Consiglio scientifico della Enciclopedia dei ragazzi dell’Istituto dell’enciclopedia italiana Treccani.
Autore di numerosi libri e racconti per giovani, ha partecipato a incontri, manifestazioni e convegni anche internazionali su temi riguardanti l’infanzia, la letteratura a essa dedicata e la famiglia.