L’Italia non sembra essere un Paese di persone felici. Stress e disagio psicologico registrano dati allarmanti nella popolazione e sono in continua crescita. A questo proposito l’Ordine degli Psicologi ha condotto un’indagine, dalla quale è emerso che, in Umbria, la depressione colpisce il 20% della popolazione.
I dati italiani
A livello nazionale, i dati parlano chiaro e puntano il dito su una preoccupante soglia del 31% di italiani affetti da depressione. I sintomi ansiosi raggiungono il 32% e il distress tocca punte del 41%. E il Covid pare aver inciso: le percentuali aumentano tra chi ha fatto la quarantena. 38% di depressione, 57% di ansia.
Fra gli under diciotto la situazione registra un 48% di soggetti che lamentano sintomi post traumatici. In sintesi, ci si trova di fronte a un 4,5% di popolazione con conclamati disturbi mentali e a un 30% che vive una situazione di malessere. In Umbria un cittadino su cinque soffre di ansia costante, uno su due lamenta stati di agitazione frequente, il 19% è depresso, l’11% accusa attacchi di panico e il 47% si dichiara arrabbiato. Dati allarmanti, che richiedono un intervento immediato.
Benessere psicologico nei luoghi di studio e di lavoro
Gli italiani sono sempre più consapevoli dell’importanza del benessere psicologico. Il ricorso all’aiuto dello psicologo è percepito come una necessità, che aiuta a migliorare la qualità della vita e il benessere psico fisico.
Non è infatti un caso se c’è maggiore richiesta di una figura importante come lo psicologo all’interno delle scuole e sui luoghi di lavoro. Per questa figura professionale si aprono quindi numerosi sbocchi lavorativi interessanti, sicuramente delicati e complessi ma al tempo stesso assolutamente utili per il benessere psicologico dell’intera comunità.
L’ambito clinico o quello criminologico si affiancano all’opportunità di lavorare nelle risorse umane o nell’istruzione, per esempio. Inoltre, la possibilità di studiare la materia anche a distanza seguendo appositi corsi di psicologia online, rende questa laurea più accessibile: su siti specializzati come AteneiOnline si possono trovare tutte le informazioni necessarie sui percorsi di studio telematici. In questo modo anche chi lavora o vive lontano dall’università potrà conseguire il titolo.
Un tabù che persiste
Malgrado il disagio psicologico, nel nostro Paese andare dallo psicologo è ancora un tabù. Nonostante alcune iniziative regionali, a livello nazionale manca ancora molto da fare per giungere a dei risultati concreti.
Persistono stereotipi obsoleti, secondo i quali chi ricorre allo specialista viene etichettato come squilibrato. Viene alimentata la paura di mostrarsi con le proprie fragilità, si invita a farcela da soli, a non essere deboli, a non esagerare, a non fingere malesseri inesistenti e, nel caso delle donne, a non essere “le solite nevrasteniche”. Una mentalità da superare attraverso un lavoro su larga scala da organizzare al più presto.