Uto Ughi a Orvieto: il senso della bellezza, la missione dell’arte

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Uto Ughi in quartetto si è esibito lo scorso 26 luglio al cospetto del duomo di Orvieto per una serata indimenticabile piena di suggestioni, un vero balsamo per il cuore e per l’anima.

Nell’ambito del nutrito programma del Festival Internazionale Green Music, ideato e curato dal Maestro Maurizio Mastrini, il Maestro Uto Ughi ha donato, insieme al suo celeberrimo Stradivari, una serata emozionante nella quale arte, bellezza, armonia sono state espresse all’ennesima potenza.

Davvero encomiabile il concept che anima il Festival Internazionale Green Music, ideato per donare a tutti l’opportunità di ascoltare la grande musica e quindi di godere dei tanti benefici che essa trasmette, donando, se ad essa ci si abbandona, uno stato di benessere psicofisico ed una pienezza dei sensi che poche esperienze possono offrire, tanto che le musica, a prescindere da quale essa sia, è fedele compagnia di ogni essere umano, e dei suoi benefici ne gode ogni essere vivente, che sia animale o vegetale.

Oltre alla musica gratuita per tutti un altro è lo scopo del Festival Internazionale Green Music, ovvero di presentare i concerti in angoli dell’Umbria più o meno conosciuti per permettere, come in una sorta di caccia al tesoro, di scoprire sempre nuovi scorci naturali o creati dall’ingegno umano, per aggiungere suggestione a suggestione, stimolo a stimolo: i concerti infatti, non offrono soltanto materiale per l’udito, ma anche per la vista, inebriati da scenari mozzafiato, all’olfatto, respirando l’odore della natura o della storia, e del tatto, accarezzati dalla brezza di una calda sera d’estate.

E’ in questa cornice che il concerto di Uto Ughi ha preso corpo, accompagnato dal secondo violino Maryse Regard, alla viola del maestro Raffaele Mallozzi e al violoncello del maestro Luca Pincini. Il programma ha proposto il Quartetto d’archi numero 14 in re minore D. 810 di Franz Schubert dal titolo “La fanciulla e la morte” e il Quartetto d’archi numero 12 “Americano” in fa maggiore op. 96 di Antonin Dvořák; eseguiti con alle spalle l’imponente, splendida, inconfondibile facciata gotica del Duomo di Orvieto, opera di Lorenzo Maitani.

Hanno accompagnato le note delle esecuzioni dei giochi di luce sulla facciata del luogo di culto che hanno reso l’atmosfera ancor più sognante, grazie ad un fondale ineguagliabile che ha fatto, con fierezza da sfondo alle melodie immortali eseguite dal nostro violinista acclamato in ogni angolo del mondo.

Benedetta Tintillini

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