A Torgiano arte, formazione, tecnologia, teatro, letteratura e… gastronomia si riconducono ad unità in occasione della presentazione della digitalizzazione delle opere di Joaquin Roca Rey.
Nel quadro del progetto PCTO, sviluppato in proficua sinergia fra Comune di Torgiano (Assessore Elena Falaschi), Liceo scientifico Galilei (dirigente Stefania Moretti), Lorenzo Fiorucci (curatore delle mostre d’arte a Palazzo Graziani Baglioni), Fondazione Guglielmo Giordano (nella persona del Presidente Andrea Margaritelli), è stata presentata, lo scorso 11 settembre a Torgiano, la digitalizzazione delle opere d’arte dello scultore J. Roca Rey con epilogo gastronomico offerto dai ragazzi dell’Università dei Sapori.
L’incontro, dopo i saluti istituzionali, si è dipanato intorno ai contenuti e alla metodologia, esposta con competente lucidità da Andrea Margaritelli. Che ha divulgato, a un pubblico partecipe, le linee del potenziamento delle attività formative attuato nella classe III A (oggi IV), incrementando un curriculum di encoding e pensiero computazionale, attraverso un approccio di problem solving. Sviluppo di algoritmi, utilizzo della robotica, virtual reality, passaggio dal 2D al 3D… hanno comportato un esito documentale strepitoso del percorso didattico seguito e che sarà ancora centro d’interesse per il nuovo anno scolastico.
A seguire, l’attore e scrittore Blas Roca Rey, figlio dello scultore, ha prospettato alcune spigolature private della figura paterna. Ha quindi proposto la lettura di alcune ‘cartoline’ incluse nel volume “Il mondo di Blas. Storie di ordinaria magia” (la Mongolfiera, 13 euro) che raccoglie 44 mini storie con protagonisti personaggi noti o ignoti, il cui percorso di vita sgomitola note di storia, di cronaca, di poesia. Intendendo per tale “ciò che rende semplice una costa straordinaria e straordinaria una cosa semplice”.
Blas, attore di rango, ha naturalmente eseguito una lettura interpretata di questi suoi scritti (tempo di lettura 4 minuti) nati per un appuntamento settimanale in una radio romana. Situazioni coinvolgenti che verranno proposte anche in un prossimo volume per il quale sono in cantiere 29 nuove pillole di ‘tranches de vie’ di persone normali. Le quali, proprio attraverso l’ordinarietà-straordinaria della propria esistenza, dànno la misura del miracolo dell’esistere.
Quindi la visita guidata alla mostra in Palazzo Baglioni, con Blas che affabula, spiega, incanta. Individuando temi e problemi, stili e stilemi del padre artista. Non semplici sculture, ma macchine parlanti, mondi da scoprire. La sua inesausta ricerca di senso, il bisogno di cimentarsi con una pluralità di materiali, la riflessione esistenziale che si sostanzia di simboli. Acquistano così pregnanza falli e vagine come metafora di alfa e omega, Eros e Thanatos, creazione e distruzione, generazione e degenerazione, uteri e teschi, equilibrio e squilibrio, armonia e dissonanza. Tutto raccontato con passione, amore, attiva interlocuzione col pubblico. Un’accorta mediazione fra il populismo di Gramsci (“Se il Popolo non va verso l’Arte, è l’Arte che deve andare verso il Popolo”) e l’elitarismo di Wilde (“Non è l’arte a dover diventare popolare, ma il popolo a dover diventare artistico”).
Blas ci ha insegnato che si può essere colti senza esibizionismi, raccontatori senza birignao, umili nella profondità del sentire. Umani, insomma.
Sandro Allegrini