“Questa è una meditazione che viene dal cuore e che ho voluto dedicare al Santo Padre e ai giovani imprenditori, economisti e change-makers che si ritroveranno in Assisi per partecipare all’evento The Economy of Francesco, la cui presenza ci carica di entusiasmo, ma anche di tanta responsabilità”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, presidente del Comitato promotore dell’evento, parlando del suo ultimo libro intitolato “La Porta di Francesco” che sarà donato ai giovani partecipanti di Economy of Francesco e che arriverà in libreria lunedì prossimo 26 settembre. Il libro del vescovo Sorrentino, che ben si inserisce e coniuga con l’evento mondiale voluto dal Santo Padre che vedrà 1.000 giovani tra imprenditori, ricercatori e change-makers, nella città serafica dal 22 al 24 settembre, è pubblicato da Edizioni francescane italiane e conduce il lettore a conoscere e riflettere su alcuni accadimenti importanti, ma meno noti, della vita di Francesco d’Assisi. Sessantaquattro pagine, tra illustrazione storica e poesia, con spunti di riflessione interessanti e foto che partono dal ritrovamento e riapertura dell’antica porta del vescovado avvenuta il 21 maggio scorso, a seguito dei lavori ancora in corso per il recupero dell’antico episcopio al tempo di Francesco. Alcuni saggi ipogei, a seguito di ricerche su documenti d’archivio e fonti francescane, hanno confermato che quel portale, sotto l’attuale sala della Spogliazione, era l’accesso principale al palazzo vescovile in epoca medioevale, quando lo stesso si sviluppava su un livello inferiore rispetto a quello attuale.
“La porta dell’antico vescovado è ora visibile – scrive l’autore nel libro – . Riemersa dall’oblio per essere ancora varcata, come porta delle decisioni esistenziali importanti (“conversione”), porta che apre gli spazi del perdono e della riconciliazione, porta che si spalanca verso l’eterno, per dare anche all’ultimo momento della vita non la tristezza del distacco, ma la gioia di un tuffo nel grembo di Dio. Mi auguro che tutti questi giovani venuti in Assisi possano, varcando la Porta di Francesco, ripercorrere le orme del nostro Santo che non ha rinnegato l’economia ma ne ha fondato una nuova, più umana e fraterna”.
La porta, come mette ben in evidenza il vescovo di Assisi nel primo capitolo, è l’arco di passaggio che segna la vita di Francesco: il giovane re delle feste vi entra ricco e ne esce povero dopo il clamoroso gesto della spogliazione. Francesco varcherà quella porta anche in altri due occasioni quando, già pesantemente provato dalle stimmate, compone le due ultime strofe del Cantico delle Creature, quelle dell’orizzonte drammatico dell’umano, con le sue disarmonie, le sue sofferenze, le sue conflittualità, che solo attraverso la misericordia possono ritrovare la via di una ricomposizione che le riporti all’armonia originaria. Alla morte accolta nel canto è dedicato il capitolo finale, quello degli ultimi giorni che Francesco trascorre in Vescovado, prima di andare a morire alla Porziuncola, è dedicato l’ultimo capitolo, che l’autore ha intitolato “La Porta verso l’eterno”.