Gli ultimi giorni di Van Gogh: al Morlacchi il racconto di Marco Goldin

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In scena Venerdì 14 Aprile al teatro Morlacchi di Perugia “Gli ultimi giorni di Van Gogh – il diario ritrovato”.

In un palco che ha come scenografia due schermi giganti, che creano sfondi paralleli, prende vita e parte il racconto “Gli ultimi giorni di Van Gogh –  il diario ritrovato”, tra realtà ispiratrice, con parti filmiche girate in proprio nei luoghi di Van Gogh, dalla Provenza all’istituto di cura in cui scelse di stare per un anno e i celebri dipinti che hanno effetto stupore, quasi fosse uno spettacolo nello spettacolo. Marco Goldin nei ruoli di regista, autore, protagonista e appassionato e coinvolgente narratore ci racconta le ultime settimane di vita di Vincent Van Gogh, prestando la voce al celebre artista olandese, immaginando che avrebbe potuto tenere un diario dove annotare i suoi ultimi scampoli di vita, come nel libro scritto dall’autore che è alla base dello stesso spettacolo.

Il romanzo e lo spettacolo sono un continuo gioco di specchi e di rimandi, tra i colori, le parole e i silenzi nei quali quasi si adagiano le musiche del maestro Battiato, rimanendo aderenti ai fatti realmente accaduti ma, al tempo stesso, andando a creare vuoti e silenzi del pittore.

Inizia così lo spettacolo, con quel diario “un quaderno un po’ lacero, di pelle verde scura, con dei ricami dorati e il dorso nero” che sembra essere stato ritrovato dal titolare della locanda nella quale Van Gogh visse tra la fine di maggio e la fine di luglio del 1890; nessuno è a conoscenza dell’esistenza del diario, e il locandiere non lo dice nemmeno all’amato fratello di Vincent, Theo.

E’ da questo espediente narrativo che parte lo spettacolo, dove il protagonista sembra interrogarsi e parlare tra sé e sé, come fosse colui che accompagna Vincent, lo osserva e lo racconta.

Un cielo stellato, un ramo di mandorlo, un campo di grano, un vaso di girasoli, e così, nell’ondeggiare delle immagini, cullati dalla voce di Goldin, ci lasciamo emozionare ancora una volta da questo genio intramontabile che è stato e sarà sempre Vincent Van Gogh, come un andare e tornare continuo pervaso di stupore.

Sonia Lustrino

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