Torna il Festival del Giornalismo 2023 con una XVII edizione che ad aprile renderà Perugia capitale globale dell’informazione. Giornalismo, attivismo, mondo accademico, nuove frontiere della tecnologia e del digitale: tutte le strade portano a Perugia, per una comunità sempre più allargata e interconnessa, unita dal bisogno di capire il presente per incamminarsi verso il futuro.
Da mercoledì 19 a domenica 23 aprile, il centro storico vedrà più di 500 speaker provenienti da tutto il mondo, pronti ad alternarsi ai microfoni dei quasi 200 eventi in programma.
Un’edizione più internazionale che mai quella del Festival del Giornalismo 2023, grazie soprattutto alle numerosissime e importanti proposte arrivate durante la fase organizzativa dell’evento, a sottolineare la fiducia e la stima consolidate nei confronti del Festival.
Tra le protagoniste di questa edizione c’è prima di tutto l’Ucraina: a un anno dalla criminale invasione su larga scala voluta da Putin, un intero paese continua a resistere in nome della
libertà, e questo coinvolge anche il difficile lavoro di chi racconta il fronte di guerra.
Ascolteremo i giornalisti che hanno documentato il devastante assedio di Mariupol, la città rasa al suolo durante il primo mese di guerra, rischiando di essere catturati o uccisi. Il team di Associated Press formato da Mstyslav Chernov, Evgeniy Maloletka e Vasilisa Stepanenko è stato presente nella città fin dall’esplosione dei primi razzi, partendo appena prima della caduta di Mariupol, quando le truppe russe stavano dando la caccia anche a chi stava documentando gli orrori di quei giorni. Grazie al loro lavoro è stato possibile capire fin da subito la brutalità dell’invasione in corso.
Conosceremo una realtà ucraina divenuta sempre più importante nel panorama mediatico internazionale, Kyiv Independent. Il sito di informazione è ormai una lente consolidata attraverso cui guardare alla situazione del paese. Tra le sfide affrontate, la redazione parlerà a Perugia anche dell’inchiesta che ha condotto sulla corruzione nelle forze armate ucraine.
Un lavoro in cui le difficoltà del racconto giornalistico hanno dovuto misurarsi con le implicazioni etiche: come si indaga sull’esercito del tuo paese, quando sei invaso?
Il fronte ucraino è la parte più visibile di un mondo in cui purtroppo, sempre più spesso i conflitti sono affrontati con gli eserciti e con la repressione. Lo abbiamo visto in Iran e Afghanistan, così come in Russia, dove le poche voci libere dell’informazione e dell’attivismo sono state costrette al silenzio, al carcere o all’esilio. Proprio perché tra gli effetti di guerre e repressioni ci sono esili e diaspore, lo stravolgimento di esistenze e del concetto stesso di identità, abbiamo dato il più possibile voce a chi vive in Italia e ha le sue radici in paesi come Siria, Ucraina, Afghanistan e Iran. Troppo spesso queste soggettività sono assenti dal dibattito pubblico, proprio mentre si parla al posto loro di quei paesi.
Vedremo inoltre come operano dall’estero quelle che sono vere e proprie redazioni in esilio, create per poter informare i propri connazionali in sicurezza e senza accettare compromessi censori, o come resistono quelle realtà che restano in patria. A Perugia ci saranno, ad esempio, giornalisti russi in esilio, come Tikhon Dzyadko caporedattore di Dozhd (TV Rain) e Ivan Kolpakov, co-fondatore e redattore capo di Meduza, la più grande realtà mediatica russa indipendente, che ora lavora da Riga, in Lettonia. Nell’aprile 2021 le autorità russe hanno dichiarato Meduza “agente straniero” e nel marzo 2022 hanno bloccato il sito web.
Ascolteremo la storia di Jimmy Lai, storico editore di Hong Kong perseguitato dal governo cinese per le sue posizioni pro-democrazia. A raccontarla sarà suo figlio Sebastien, che sta conducendo una campagna internazionale per far liberare il padre, incarcerato a vita dal 2020.
Sono molti i paesi in cui i giornalisti devono misurarsi con minacce, abusi e rischi per la propria incolumità. Ne parleremo grazie a un documentario, Endangered, che ha tra i suoi produttore il Premio Pulitzer Ronan Farrow. Uno dei giornalisti investigativi americani più famosi, che con le sue storie per il New Yorker ha rivelato le prime accuse di violenza sessuale contro il produttore cinematografico Harvey Weinstein, da cui partì il movimento
#metoo.
Ci saranno inoltre giornaliste che hanno subito preoccupanti abusi e campagne di delegittimazione, come il Premio Nobel Maria Ressa (via video) e la giornalista britannica Carole Cadwalladr. Sono loro, infatti, le giornaliste che nel 2022 hanno subito il maggior numero di aggressioni online, cui bisogna aggiungere persecuzioni giudiziarie e cause intimidatorie. Un fenomeno, quest’ultimo, che sta prendendo sempre più piede in Europa e che da anni mina la libertà di informazione nel nostro paese. Uno degli incontri sarà proprio dedicato alla lotta contro le cosiddette SLAPP: “Libertà dei media sotto attacco in Europa: cosa sta facendo l’Unione europea contro le azioni legali vessatorie?”, con la partecipazione di Sarah Clarke a capo di ARTICLE 19 Europa e Asia Centrale una delle principali realtà internazionale impegnata nella difesa della libertà di espressione e informazione, Bojana Jovanović vice direttrice di Crime and Corruption Reporting Network, Sielke Kelner di Media Freedom Rapid Response che tra l’altro coordina il gruppo italiano di lavoro anti-SLAPP, e il nostro Roberto Saviano. Saviano poi terrà un incontro con Corrado Formigli sul tema della libertà di informazione sotto attacco del potere.
I problemi dell’informazione riguardano anche una categoria ormai sempre più cruciale per le grandi inchieste, quella del whistleblower. Chi sono le persone che attirano l’attenzione su scandali e illeciti delle grandi compagnie? Conviene uscire allo scoperto in pubblico? Come cambia la vita quando ciò avviene? Affronteremo queste domande direttamente con alcuni storici whistleblower, come Anika Collier Navaroli, ex dipendente di Twitter e vincitrice del Ridenhour Truth-Telling Prize per la sua testimonianza alla commissione del Congresso degli Stati Uniti che ha indagato sull’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021; Mark MacGann, il whistleblower che ha portato all’inchiesta degli UberFiles uscita nel 2022; Antoine Deltou, tra i più importanti whistleblower della storica inchiesta LuxLeaks.
Il 2022 è stato inoltre l’anno in cui l’Intelligenza Artificiale è diventata mainstream, grazie a programmi come ChatGPT. In questa edizione non poteva quindi mancare uno spazio riservato alle implicazioni che IA e machine learning avranno per il giornalismo, imparando anche da quelle che sono le migliori pratiche attualmente implementate. E il dibattito sulle tecnologie investirà anche piattaforme come Twitter, acquistata l’ottobre scorso da Elon Musk, e i rapporti tra colossi digitali, stampa tradizionale e governi.
La XVII edizione può contare sulla donazione di Craig Newmark, tra i più importanti filantropi al mondo. Con la sua fondazione, la Craig Newmark Philanthropies è tra i nostri principali sostenitori.
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