Conosciuto come Carlin, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini ha presentato a Todi ‘Il gusto di cambiare’, l’ultimo libro da lui scritto dialogando con l’economista e teologo gesuita Gael Giraud, entrambi sollecitati dalle domande del giornalista e scrittore Stefano Arduini. Un’opera che toccando temi come la solidarietà, la cooperazione, l’altruismo e la qualità delle relazioni, ha suscitato un’attenzione autorevole, quella di Papa Francesco che ne ha voluto scrivere la prefazione.
In tanti sono andati ad ascoltare Carlin e a farsi autografare il volume che ieri pomeriggio, 27 agosto, il gastronomo e sociologo, scrittore e attivista noto per la sua posizione critica nei confronti del modello alimentare-economico attuale, ha raccontato nel secondo ‘Incontro con l’autore’, iniziativa inserita nel programma del Todifestival. La presentazione è stata preceduta da un’attività organizzata dal presidio locale Slow Food e dall’associazione Transameria. Nella mattinata c’è stata infatti un’uscita alla scoperta di alcuni tratti del ‘Sentiero del Furioso’, itinerario storico e naturalistico messo a punto proprio grazie all’operato delle due associazioni, con degustazione finale dei prodotti gastronomici del Doglio e dei vini della cantina Zafferami, che proprio nella frazione tuderte è situata.
“Dobbiamo avere il coraggio di adottare certi comportamenti individuali e collettivi – ha affermato Petrini nella Sala Vetrata dei Portici Comunali – siamo in un momento delicato ed è molto importante per tutti essere soggetti attivi di un cambiamento e cambiare deve essere anche un elemento che ci gratifica. E’ questo il messaggio del libro.”
“La prefazione del papa – ha aggiunto – è stata una bella sorpresa. Certo, la mia impressione in questo momento è che lui parla, ma nessuno lo ascolta. Eppure non c’è al mondo un leader politico che può mettere insieme un milione e mezzo di giovani e nello stesso tempo non esiste un leader politico che sia osannato da tutti per poi non essere preso minimamente in considerazione. Io penso che sia arrivato il momento, invece, che tutti noi ci impegniamo direttamente, partendo dalle piccole cose: mangiare meno carne, riduzione della plastica, attenzione verso lo spreco, privilegiare la stagionalità quando facciamo le nostre scelte alimentari.”
Un messaggio che passa obbligatoriamente, secondo questa ‘transizione ecologica come via per la felicità’, così recita il sottotitolo del libro, per una valorizzazione autentica delle produzioni locali e dei mercati contadini. “Non li scegliamo abbastanza, privilegiamo solo la grande distribuzione. Eppure dei contadini locali ne abbiam bisogno come il pane – ha continuato Carlin – e la terra non può essere solo una forma di ripiego per i giovani. Pagare il giusto e non creare difficoltà, allora sì che loro ritornano alla terra!”
Così ha parlato l’autore, con vigore e fermezza, toccando le grandi questioni dei cambiamenti climatici, dei disastri ambientali e delle ingiustizie sociali, descritti come conseguenze del fallimento dell’economia liberista. Una situazione di fronte alla quale la classe politica non sarebbe in grado di reagire, nè di mettere in atto i cambiamenti necessari per dare un futuro all’ambiente. Motivo per cui sarebbe la società civile a dover prendere le redini della situazione e a dar vita a un nuovo modo di fare, predisponendo un cambiamento dell’economia e della filiera alimentare che derivi dalla presa di coscienza che “questo mondo non è più accettabile”.
“Riflessioni forti e importanti anche per gli amministratori locali – ha voluto concludere il fondatore di Slow Food, rivolgendosi al sindaco Antonino Ruggiano e a Claudio Ranchicchio vicesindaco, presenti all’incontro – in questo momento è molto importante che voi abbiate le idee chiare.”
Maria Vittoria Grotteschi