Mostre: la rivoluzione delle parole “Leggere, leggere, leggere”

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Alla Pinacoteca cantonale Giovanni Zust di Rancate, nel Cantone Ticino, a pochi chilometri dal confine italiano, una mostra ricca di oltre 80 tele e sculture racconterà , dal 18 ottobre prossimo al 24 gennaio 2015, la più importante delle rivoluzioni. Uno sconvolgimento non accompagnato dal tuono dei cannoni, avvenuto al contrario nel silenzio di case e scuole: la rivoluzione della lettura. Non a caso la mostra si chiamerà ‘Leggere, leggere, leggere. Libri, giornali, lettere nella pittura dell’Ottocento”.

La rivoluzione della lettura significò l’accesso all’informazione, per la prima volta infatti diventava possibile entrare in contatto con il mondo che è al di là della famiglia o del villaggio, il sapere cosa accade oltre l’orizzonte quotidiano. Ma significò anche e soprattutto la possibilità di mantenere un contatto con familiari lontani, con fidanzati al fronte o emigrati.

Con l’alfabetizzazione diffusa diventava possibile comunicare senza dover ricorrere alla mediazione del parroco, spesso l’unica persona del paese ad essere in grado di leggere e scrivere. Poi vi era il piacere della lettura, si trattasse della Sacra Bibbia o di un romanzo d’amore o di avventura: l’irrompere di grandi mondi e di grandi storie all’interno delle mura di casa.

L’Ottocento che imparava a leggere e scrivere nell’allestimento è indagato non solo tra Ticino e Italia, due territori geograficamente confinanti e culturalmente vicini, ma anche allargando i confronti alla Svizzera, con una sezione dedicata al celebre artista elvetico Albert Anker (1831-1910).

Le opere che il curatore Matteo Bianchi ha selezionato per la mostra alla Zust sono state attentamente individuate sia in collezioni museali che private.

Fra gli artisti ticinesi l’esposizione propone opere di Preda, Monteverde, Feragutti Visconti, Berta, Franzoni, Chiesa, Luigi Rossi e sculture di Vincenzo Vela e Luigi Vassalli. Tra gli italiani, troviamo opere importanti di Induno, Cabianca, Cremona, Ranzoni, Mosè Bianchi, Morbelli, Nomellini, Sottocornola, Paolo Sala, Corinna Modigliani e naturalmente di macchiaioli come Zandomeneghi.

Punto di partenza della rassegna è Albert Anker (1831-1910), il più amato e conosciuto fra i pittori elvetici – che torna finalmente ad essere esposto nel Ticino dopo la mostra del 1989 a Villa dei Cedri – cui si dedicherà un’intera sala.

La pittura di Anker permette una ricognizione che riassume e illustra, con elementi di classicità gentile, la funzione della lettura attraverso le varie generazioni e la diversità dei supporti, dal libro al giornale, dal documento alla lettera. Un accento particolare è posto da Anker sul tema dell’istruzione dell’infanzia o più in generale dell’educazione sentimentale alla lettura dei protagonisti dei suoi quadri.

Quella che Anker offre è una galleria indimenticabile di tipi umani: scolari, ragazze che si pettinano o lavorano a maglia e intanto leggono, bambini che si affacciano con sguardi incuriositi al foglio stampato, segretari comunali concentrati nel confronto con documenti ufficiali, ma anche anziani che leggono la Bibbia o il giornale.

Dall’alfabeto alla Bibbia ai romanzi, dall’apprendimento al consumo, la lettura assume forme differenti, genera svariati umori, suscita reazioni che spaziano dalla gioia al dolore, dall’attesa alla malinconia: si svolge en plein air, sulla soglia, seduti in poltrona o confinati in letti da convalescenti, sempre sul filo della conoscenza, di nuove emozioni.

Si passa dalla lettura domenicale, a voce alta, della Bibbia, con la famiglia raccolta ad ascoltare, a quella delle lettere giunte dal fronte, in epoca risorgimentale – celebri i dipinti degli Induno su questo tema – e talvolta lette dal parroco, alle lettere d’amore, alla lettura del giornale, finestra sul mondo che permette un’informazione più capillare, a quella d’evasione, spesso femminile, che viene raffigurata in quadri di grande impatto emotivo.

La lettura incomincia quindi nell’Ottocento ad accompagnare e scandire ogni momento della vita, facendo da tramite per notizie dei propri cari o di attualità, ma anche permettendo di viaggiare con la mente in luoghi lontani, grazie alla diffusione di romanzi che offrono svago e riflessione.

Viene infine proposta una breve sezione documentaria legata all’istruzione, con un accento sul lavoro svolto nel Ticino dal politico e riformatore svizzero Stefano Franscini (1796-1857), rappresentato dallo scultore Vincenzo Vela, mentre il noto pedagogista Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827) è presente con i bronzi di Luigi Vassalli e Giuseppe Chiattone.

Un tema dunque che permette innumerevoli percorsi e approfondimenti e che vuole accompagnare il visitatore fin nell’intimità di un gesto che ha segnato i momenti cruciali della vita, sia pubblica che privata, di generazioni. A questo proposito la mostra getta un ponte ideale con la contemporaneità grazie ad una vera e propria chicca, una sezione con gli scatti del noto fotografo siciliano Ferdinando Scianna, pubblicati nel libro ‘Lettori’ (ed. Henry Beyle, 2015).

In una intervista a Viola Martinetti, Scianna ha dichiarato: “Dal momento che non si può fotografare la letteratura ho deciso di immortalare chi legge… . Per me fotografo, o almeno per il tipo di fotografia che amo e che cerco di praticare, la realtà è quindi un infinito libro da leggere e rileggere”.

 

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