Ha aperto il cartellone del Teatro Cesare Caporali di Piegaro, domenica 10 dicembre, Viola e Il Barone, un reading dedicato a Italo Calvino del quale, in questo 2023, si celebrano i 100 anni dalla nascita.
In scena con Paolo Hendel, voce narrante, i musicisti Renato Cantini alla tromba e Michele Staino al contrabbasso, che accompagnano il mattatore in un viaggio nella sublime leggerezza, poetica, raffinata e ironica di Calvino.
Hendel entra in scena, accolto nella piccola perla che è il Teatro Caporali, e subito inizia a parlare con il pubblico, in un dialogo che crea calore e atmosfera; l’argomento con il quale rompe il ghiaccio è attualissimo: l’uso indiscriminato dei cellulari, chiedendo al pubblico di non usarli, di toglierli, spegnerli, silenziarli… ci racconta come avrebbero vissuto i Sommi poeti come Dante, dialogando con la sua Beatrice con WhatsApp tra un TVB e un TGETOP (Tanto Gentile E Tanto Onesta Pare)… Non perdendo attimo per scaldare gli animi e facendo risuonare fragorose risate, arrivando a parlare dei grandi amori tragici della letteratura come Paolo e Francesca o Romeo e Giulietta che, con un messaggino in tempo in tempo… avrebbero vissuto … felici e contenti!
E quando l’atmosfera è calda ci immergiamo nello spettacolo, partendo da una citazione che pone riflessioni e punti su quanto sia importante leggere.
Scrive il poeta e scrittore argentino Luis Borges: ”La letteratura è una delle forme della felicità. Chi non legge è masochista“.
“Calvino è un’occasione per recuperare la mancanza di attenzione sulla lettura, Italo calvino è un potente antidepressivo, leggendolo si sta meglio, durante e dopo, ci si sente meno soli e la notte si dorme più leggeri…” E’ con queste parole che Hendel apre il suo reading e, con il leggio davanti a se e voce vibrante. entriamo nel vivo di questo spettacolo che non può far altro che conquistarci con note e parole.
Partendo dal Cavaliere Inesistente, con Rambaldo in cerca di Bradamante, che infine trovò in un convento con il nome di Suor Teodora; voce narrante del romanzo e lui, Agilulfo, che agisce artificialmente privo di spontaneità rappresentando la crisi esistenziale dell’uomo contemporaneo, smarrito, senza punti di riferimento, chiuso nelle proprie corazze tecnologiche in un finto riparo. Così indegno della sua carica, tolta la sua maestosa corazza… è diventato ”inesistente”.
Chiudiamo con il “Barone Rampante”, che ci invita ad osservare il mondo da un nuovo punto di vista, alzandoci difronte agli ostacoli, guardandoli dall’alto, da una nuova prospettiva e con l’immagine conclusiva che celebra in assoluto la Leggerezza, intesa come quintessenza della felicità, in un guizzo finale dove il Barone, ormai vecchio, lanciandosi dall’albero, afferra la fune di una mongolfiera che spicca il volo e sparisce nel cielo.
E’ così, con questa immagine magnifica, che si chiude questa narrazione, Hendel, continuando a divertirci, gioca con noi, ormai ebbri di ilarità!
Sonia Lustrino