Dopo Michelangelo Pistoletto è l’artista di Tursi, Corrado Veneziano, a realizzare il logo di della 67° edizione con la tela “Erodoto, Storie”
Il Prix Italia Rai 2015 ha commissionato l’immagine simbolo di questa edizione al pittore Corrado Veneziano. L’artista di Tursi (provincia di Matera in Basilicata), studioso di linguistica e comunicazione verbale, autore di opere teatrali e di regie televisive, si è affermato nel mondo pittorico dal 2012, tra Roma, Bari, Bruxelles, con varie mostre dedicate a “L’Anima dei non luoghi”, “Non luoghi>no loghi”, così commentate dall’antropologo Marc Augé: “Devo ammettere di aver attraversato larga parte del mio lavoro intellettuale a spiegare cosa sia un non-luogo. E ora, un po’ inaspettatamente, vedo rappresentato questo concetto nell’arte figurativa: per l’esattezza nelle opere pittoriche di Corrado Veneziano”.
Il Prix quest’anno dedica il proprio concorso internazionale a “Il potere delle storie” e a “Il laboratorio della creatività” e, l’opera di Veneziano, propone una rilettura del padre della Storia, Erodoto, e delle sue “Storie” in chiave pittorica. Nella sua più recente fase Corrado Veneziano lavora su una ricerca visiva intitolata: “ISBN. Codici in lettere”. Nelle sue ultime opere, infatti, i codici di identificazione inventati per poter essere letti da un sensore a scansione e decodificati per restituire l’informazione contenuta, molto utilizzati nel commercio, dialogano attraverso il linguaggio della pittura con celebri opere letterarie (di Benjamin, Marx, Musil), testi di indubbio valore storico e classici (L’Antico Testamento), luoghi (Il Padiglione dei poeti), oggetti (La bandiera verso la rivoluzione), miti (Babele).
Vale la pena segnalare che, negli stessi giorni del Prix, Veneziano ha inaugurato – a partire dal 12 settembre, nel parigino “Espace en Cours” diretto da Julie Heintz – un parallelo lavoro su “La Divina Commedia”. E in questo caso, nelle numerose tele della mostra, 33 linee verticali (34 per l’Inferno) riprendono gli incipit più noti dei suggestivi canti di Dante: un modo per festeggiarne l’anniversario della morte (750 anni fa) e restituirne, in chiave algoritmica e poetica, la sua potente suggestione verbale e visiva.