Il complesso dei Riti Magici è una struttura, emersa tra il 1953 e il 1958, che deve il suo nome ad alcuni oggetti per celebrare il culto di origine tracia del dio Sabazio
Gli scavi archeologici a Pompei riservano sempre sorprese e meraviglie. Questa volta i lavori riguardano il Complesso dei Riti Magici, che sorge nel quartiere dell’anfiteatro di Pompei, la parte centrale dell’Insula 1 della Regio II lungo via di Nocera. Qui sono impegnati da 4 anni archeologi, ricercatori ed esperti.
Il progetto “Praedia – Pompeian Residential Architecture: an Environmental, Digital, and Interdisciplinary Archive”, è frutto della collaborazione tra Università di Pisa e Scuola Imt Alti Studi Lucca.
Inizialmente si è scavato nel giardino più esterno che si affaccia sulla strada: qui sono stati ritrovati i resti di tre abitazioni che occupavano l’area prima che fosse costruito il Complesso dei Riti Magici. Sono palazzi a pianta rettangolare, ristrutturati al fine di celebrare riti propiziatori, sono stati trovati, infatti, vasi in ceramica e altri oggetti utilizzati a tale scopo, all’interno di piccole fosse.
Dal 2023 si è poi passati ad indagare i giardini interni, dove sono stati trovati reperti molyo rilevanti. Sono emerse alcune abitazioni e un impianto monumentale, che furono in seguito abbattuti per fare posto, prima della distruzione di Pompei, a un edificio dedicato al culto del dio orientale Sabazio.
Il Complesso dei Riti Magici, scoperto tra il 1953 e il 1958, è stato chiamato per alcuni oggetti ritrovati come due mani in bronzo decorate con figure animali e vegetali e due crateri con la medesima simbologia e due riproduzioni di serpenti in ferro.
Inizialmente si pensò che fossero appartenuti a una sibilla e che venivano utilizzati durante i riti; studi recenti hanno invece ipotizzato che l’edificio, dal 62 d.C. fino al momento della sua distruzione con l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fosse dedicato alle celebrazioni del culto di origine tracia del dio Sabazio, venerato anche da un “vicino di casa” proprietario di una domus e che possedeva un busto in bronzo del dio.
Gli scavi archeologi mostrano che questo enorme complesso non era una semplice domus perché sono emerse tre ampie aree aperte sulle quali si aprono piccole stanze.
Il mistero di Pompei continua…
S.M.R.