Martedì 13 ottobre, alle ore 16, nella Sala del Trono sarà presentato il libro di Alessandro Fortunati, vicario episcopale per la cultura, su “Angelo Cesi, Vescovo e la Riforma Cattolica a Todi: 1566-1606”.
Interverranno:
Filippo Orsini, Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Todi,
Mario Tosti, Professore di Storia Moderna nell’Università di Perugia,
Luigi Mezzadri, Docente nella Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Moderatore: Antonio Zollo.
Sarà presente Mons. Benedetto Tuzia, Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi.
Nel 1566 Angelo Cesi venne nominato vescovo di Todi da papa Pio V. Preoccupazione immediata del vescovo Anglo Cesi fu l’applicazione dei decreti del Concilio di Trento: soppresse parrocchie troppo piccole, celebrò il primo Sinodo diocesano nel 1568, pubblicò le Costituzioni sinodali dei suoi predecessori e compì il censimento di Todi e della Diocesi..
Nonostante i primi sforzi la riforma stentò a penetrare in Diocesi tanto che la Visita Apostolica compiuta da Pietro Camaiani nel 1574 non dipinse un quadro positivo della situazione: il clero non era preparato né dedito alla cura d’anime, in pochi monasteri si osservava la clausura, i fedeli ignoravano i fondamenti della dottrina cristiana, molte chiese erano in rovina, gli arredi sacri versavano in condizioni penose … Il vescovo Cesi continuò la sua opera di riforma: convocò ogni anno il Sinodo, impose ai parroci di predicare, di fare il catechismo e di riunirsi una volta al mese per la discussione dei “casi di coscienza”, invitò predicatori celebri in San Fortunato, compì la riforma del Capitolo della Cattedrale, proibì i balli nei giorni di penitenza, fece cacciare le prostitute dalla via adiacente alla chiesa di S. Niccolò, fondò nuove confraternite e rinvigorì quelle esistenti, fece redigere il Breviario diocesano e il cerimoniale, riformò la curia e l’archivio e ne redasse il regolamento
La festa dei “Corpi Santi” celebrata il 15 maggio 1596 fu la vetta ideale dell’episcopato di Angelo Cesi: tale manifestazione, corredata da sontuosi apparati scenografici e musicali, consistette nella solenne traslazione (nella cripta di san Fortunato) delle reliquie dei patroni della Diocesi ( i Santi Fortunato, Callisto, Cassiano, Degna e Romana) e delle ossa del Beato Jacopone.
Quello che Carlo Borromeo fece a Milano, Angelo Cesi lo fece a Todi. I rapporti tra Cesi e il grande santo della “Riforma Cattolica” furono intensi.
L’opera di Angelo Cesi ebbe anche il suo immediato riflesso nel campo della produzione artistica e nell’edilizia sia di culto che civile.
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