60 gigantesche Pale eoliche industriali previste in sei progetti attualmente in fase autorizzativa, stanno per impattare sul paesaggio della regione. Si tratta dei seguenti impianti:
1. PHOBOS a Orvieto e Castel Giorgio (TR) con 7 aerogeneratori;
2. MONTE BUSSETO a Nocera Umbra e Valtopina (PG) con 10 aerogeneratori;
3. GUALDO TADINO a Gualdo Tadino e Nocera Umbra (PG) con 10 aerogeneratori;
4. ENERGIA ECOSOSTENIBILE a Serravalle di Chienti, Foligno e Nocera Umbra (PG) con circa
10/12 aerogeneratori;
5. MONTE BURANO a Foligno (PG) con 10 aerogeneratori;
6. LUCKY WIND a Trevi, Sellano e Foligno con 12 aerogeneratori.
Le recenti politiche energetiche nazionali e gli obiettivi di sostenibilità climatica adottati a livello europeo, grazie anche alle semplificazioni, rischiano di deturpare alcune delle aree più belle dell’Umbria. Non solo i crinali appenninici del confine umbro-marchigiano, ma anche le colline a ridosso di Orvieto, ove non spira una bava di vento, nulla pare fermare la proliferazione di impianti sotto la spinta degli incentivi che pesano sulla bolletta elettrica degli italiani.
Così i territori vengono sacrificati alla produzione energetica incuranti degli effetti sul tessuto sociale e produttivo locale e sul paesaggio umbro, un patrimonio su cui è stata incardinata tutta l’attrattività turistica della regione. In questo contesto, la sentenza del TAR a favore dell’impianto eolico PHOBOS di Orvieto lascia perplessi perché pare stabilire un precedente molto rischioso per il paesaggio italiano,
Non tiene, infatti, in considerazione la fascia di rispetto di almeno 3 km per gli impianti eolici dai siti e beni culturali vincolati.
Per quanto riguarda l’impianto MONTE BURANO, Italia Nostra Foligno ha presentato le sue osservazioni (qui il testo MASE-2024-0146519.pdf) facendo presente che l’installazione sui crinali più belli ed interessanti sotto il profilo naturalistico e paesaggistico della montagna folignate di 10 torri comporterà complessivamente:
• 42.000 mq con opere provvisionali con il livellamento di 4.000 mq di terreno per le piazzole delle torri;
• 48.000 mq per la realizzazione di nuove strade libera e prive di ostacoli con fondo stradale
compatto e livellato largo dai 5 ai 6,5 m;
• 3.000 mq per la realizzazione della cabina;
• 22.000 mq di aree di trasbordo ed ancora ulteriori altre aree non specificate.
Un intervento di fatto irreversibile sul territorio per oltre 110.000 mq di terreno montano (pari a 15 campi da calcio) con torri di metri 200 di altezza, con fondazioni in cemento armato costituite da una piastra di 24 m di diametro e al di sotto del plinto 16 pali aventi una profondità di 20 metri posti a corona circolare ad una distanza di 10,50 m dal centro.
Grave è anche l’affermazione che la committenza, consapevole che ben 7 torri ricadano su zone gravate da usi civici abbia “già interpellato un Perito Demaniale al fine di accertare lo storico catastale relativo ai terreni d’interesse, che in un secondo momento saranno poi sottoposti, mediante delibera della Giunta Regionale, ad un cambio di destinazione d’uso”. Incompleta la valutazione degli impatti sul patrimonio culturale e paesaggistico e del tutto mancante uno studio specifico della ventosità dei luoghi.
Per questo ed altro Italia Nostra Umbria si oppone alla realizzazione di questo impianto eolico.