Con ‘Il nostro grande niente’, edito da Einaudi Stile Libero Big, Emanuele Aldrovandi ha vinto la settima edizione del Premio letterario nazionale Opera Prima Severino Cesari, riconoscimento che dal 2018, ogni anno a Perugia, durante UmbriaLibri, celebra le migliori opere d’esordio di narrativa italiana.
Autore teatrale, sceneggiatore, traduttore e regista italiano molto apprezzato nel panorama culturale contemporaneo, Emanuele Aldrovandi è nato a Reggio Emilia nel 1985, ha studiato filosofia e lettere e si è diplomato alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Spaziando dalla scrittura teatrale alla sceneggiatura, dalla traduzione alla regia, Aldrovandi è un autore molto prolifico ed ha all’attivo numerosi testi teatrali, rappresentati in molti teatri italiani e internazionali. Ha vinto vari premi prestigiosi, tra cui il Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli, il Premio Hystrio, il Premio Nazionale Luigi Pirandello e il Premio Fersen. Le sue opere affrontano spesso temi sociali e politici, cercando di stimolare una riflessione critica sulla società contemporanea. Ha collaborato con teatri italiani e internazionali, e i suoi testi sono stati tradotti e rappresentati in diverse lingue. Fondatore dell’Associazione Teatrale Autori Vivi, Altovrandi si è impegnato attivamente nella promozione della drammaturgia contemporanea, fondando l’Associazione Teatrale Autori Vivi.
Attraverso ‘Il nostro grande niente’ Emanuele Aldrovandi “ci restituisce – si legge tra le motivazioni del Cesari diffuse per la stampa – un romanzo di parole scolpite che racconta con pudore e senso di sfida una storia d’amore: il protagonista osserva lo scorrere della vita della fidanzata da una distanza incolmabile, quella della propria morte. “Il nostro grande niente” scava nel dubbio fino a incontrare la falda feroce e prorompente della disillusione, ma lo fa con ‘leggerezza’ e con la maestria di chi sa rappresentare la vita (e oltre) essendo l’autore stesso un drammaturgo, sceneggiatore e regista.”
Istituito dalla Regione Umbria per onorare la memoria di Severino Cesari, pioniere dell’editoria italiana, il premio è aperto a tutte le case editrici e le opere sono valutate da una giuria di esperti. I tre finalisti ricevono un premio in denaro e vengono annunciati durante una cerimonia a Perugia. La cerimonia di premiazione degli esordienti finalisti dell’edizione 2024 si è tenuta nella giornata di chiusura di Umbrialibri: oltre a Emanuele Aldrovandi primo classificato, al secondo posto è stato scelto Emanuele Galesi con “Sei tu il figlio”, Edizioni Piemme, mentre il terzo posto è stato assegnato a Roberta Recchia con “Tutta la vita che resta”, Rizzoli. La giuria, presieduta da Simona Vinci che è intervenuta a distanza, perché bloccata nella sua casa di Budrio a seguito dell’alluvione, era composta da Daria Bignardi, Giovanni Dozzini, Luca Gatti, Antonella Lattanzi, Gabriella Mecucci, Francesca Montesperelli, Giacomo Papi e Michele Rossi. Durante la premiazione, alla quale erano presenti Antonella Pinna, dirigente del Servizio Cultura della Regione Umbria, Emanuela Turchetti per l’Associazione culturale ‘Severino Cesari’ e Giovanni Dozzini in rappresentanza della Giuria, gli scrittori finalisti si sono fatti conoscere rispondendo alle domande dei giurati Francesca Montesperelli e Luca Gatti di Bianca Maria Ragni, responsabile della programmazione del Teatro Stabile dell’Umbria, nonché di tre giovani studenti del Liceo ‘Italo Calvino’ di Città della Pieve, accompagnati dalla loro insegnante Alessandra Capponi. Grazie alle letture di Irma Ciaramella, affermata attrice e regista, il pubblico presente ha potuto addentrarsi nelle atmosfere delle vicende narrate nei romanzi premiati. Inoltre, Giacomo Papi, membro della giuria e direttore del Laboratorio della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, ha annunciato, attraverso un videomessaggio, l’acquisizione da parte della Fondazione dell’Archivio Severino Cesari, già dichiarato nel dicembre del 2023 di “interesse storico particolarmente importante” con decreto della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio.
Queste le motivazioni degli altri premi secondo le dichiarazioni ufficiali, a partire dalla terza classificata Roberta Recchia, che “ha scritto – si legge nella nota relativa – un romanzo ambientato nella Roma degli anni Cinquanta e Ottanta: ‘Tutta la vita che resta’ parla di amore e di dolore con un ritmo incalzante, in cui si incrociano il thriller, il rosa e il romanzo di formazione, un mix che lo fa leggere tutto d’un fiato.”
Il secondo classificato, Emanuele Galesi, “dimostra di credere – secondo le dichiarazioni stampa diffuse – in via assoluta al potere “curativo” della letteratura: non c’è salvezza, forse, ma c’è l’elaborazione di sofferenze esistenziali che non possono essere altrimenti espresse e condivise. “Sei tu il figlio” narra una vicenda ispirata da una storia vera, una sorta di autobiografia mascherata e combinata sapientemente con elementi di fiction.”
Maria Vittoria Grotteschi