Una lettera di re Carlo V di Spagna, inviata da Valladolid 20 marzo 1537, indirizzata ad Andrea Doria è stata battuta all’asta da Minerva Auctions a Roma per 6.250 euro. L’acquirente è un collezionista privato.
Si tratta di una grande testimonianza di fiducia, in un atto che concede ad Andrea Doria pieni poteri operativi e decisionali. L’atto va letto come conferma del ruolo cruciale che Carlo V aveva da sempre affidato ad Andrea Doria, in un momento in cui l’avanzata turca metteva seriamente a rischio la stabilità politica del Mediterraneo. Un rapporto intenso, profondo e unico, legò l’imperatore sulle cui terre non tramontava mai il sole e il comandante della flotta spagnola nel Mediterraneo.
Durante l’estate del 1528 l’accordo con Carlo V venne perfezionato. In cambio dell’alleanza, l’imperatore concesse a Genova la restaurazione della Repubblica, indipendente ed integra nel suo territorio. I genovesi avrebbero goduto gli stessi privilegi dei sudditi spagnoli ed avrebbero avuto rifornimenti di grano siciliano. Dal canto suo, Doria avrebbe messo a disposizione di Carlo dodici galere, comandate da lui, al prezzo annuo di sessantamila scudi.
Il legame stretto iniziato nel 1528 fra un giovane imperatore e un ammiraglio già sessuagenario doveva durare fino alla morte. Doria entrava così nella “grande storia” del suo secolo: come interprete sul mare della politica imperiale e come signore di Genova. L’uomo grave e appassionato che fu Carlo V non manifestò mai dubbi di sorta nei confronti del suo ammiraglio, come conferma la lettera battuta all’asta.