Agatino Scuderi, chitarrista di acclarato talento e docente di chitarra classica al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania, presenta il suo ultimo cd live dal titolo “Le Baroque”.
Dopo il successo di “Evocaciòn”, il cd dedicato al suo maestro Alirio Diaz uscito lo scorso anno, il Maestro Scuderi prosegue il suo discorso musicale facendo un salto nello spazio e nel tempo, proponendo, dopo le calde sonorità latine a lui particolarmente care, quelle ricche e leggiadre della corte del Re Sole, attraverso l’esecuzione di brani di compositori quali Scarlatti, Corbetta, de Richee e Bach.
Il suo particolare legame affettivo e professionale con Todi, la cittadina umbra nota come “la più vivibile al mondo”, lo ha portato a proporre questo nuovo repertorio in un recital nell’ambito del festival “Suoni dal Legno”, giunto quest’anno alla sua nona edizione. E’ questa l’occasione giusta per parlare del nuovo lavoro e della musica in generale, della sua potenza e del suo impatto sulla vita di ogni essere vivente.
Maestro Scuderi bentornato, un nuovo cd con esecuzioni dal vivo, come il precedente, come mai questa scelta?
Ritengo che alla perfezione del prodotto creato in sala di registrazione sia senz’altro da preferire un prodotto “live”. Nonostante l’indubbia elevata qualità dei brani eseguiti ad hoc, in assenza di pubblico, nulla vale la performance dal vivo. A mio parere in studio si perde la spontaneità di far musica, nel tentativo di inseguire una perfezione assoluta che non esiste, se non ricercata esasperatamente in sala di registrazione. Durante gli spettacoli si instaura un rapporto diretto tra l’artista ed il pubblico che lo sta ascoltando, uno scambio di energia che arricchisce entrambi e che rende unica ogni esecuzione. Il mio intento, nel quale spero di essere riuscito, è stato quello di ridonare queste sensazioni a chi ascolterà il cd, rievocando la particolare atmosfera che si crea grazie alla presenza scenica dell’artista ed al calore del pubblico, limitando al massimo gli interventi in post-produzione.
Ogni concerto, benché ripetuto, è un evento unico ed irripetibile quindi…
Assolutamente. E’ una ritualità che si rinnova: il pubblico attende in religioso silenzio la prima nota, che, come afferma il Maestro Barenboim, ha vita dal nulla; sta all’artista quindi creare l’attesa, mentre il pubblico attende di essere inebriato dalla musica, che ha vita dal nulla ed al nulla ritorna. Un’atmosfera magica e mai ripetibile che, se registrata, rimane nel tempo come documento. E’ questo lo scopo di questa serie di cd live che sto presentando.
Innanzitutto una curiosità: come mai un cd con un repertorio di musica barocca?
Con questo cd ho inteso dare una svolta al mio repertorio. L’intento è di lanciare un messaggio per far capire la validità e l’ecletticità della chitarra classica come strumento solista, facendo al contempo conoscere la grandezza di questa musica che rappresenta un bagaglio culturale enorme.
Adoro la musica barocca e ritengo che possa insegnarci moltissimo. La musica antica, se studiata bene, può aiutarci a capire e meglio studiare l’evoluzione del linguaggio delle forme musicali seguenti. Anche Bach, ad esempio, ha iniziato studiando la musica da Giovanni di Palestrina in poi, facendola sua ed apportando molte innovazioni quali, ad esempio, i doppi cori, le tonalità, arrivando addirittura ad intervenire sulla costruzione dello strumento. Ha conosciuto i vari stili musicali e, virtualmente, girato il mondo senza muoversi dalla sua Lipsia.
Parliamo quindi degli autori presentati in “Le Baroque”
Gli autori che ho selezionato per il cd sono Bach, Scarlatti, De Richee e Corbetta, quattro autori barocchi.
De Richee fu compositore per liuto, il suo stile tipicamente francese si avverte soprattutto nel minuetto e nella gavotta, danze amatissime alla corte di Re Sole.
Corbetta fu un grande della chitarra, un virtuoso, famoso in tutte le corti europee, lavorò molto alla corte di Luigi XIV per poi trasferirsi a Londra. Scrisse l’opera “La guitarre royale” dedicata al sovrano di Gran Bretagna, dalla quale è tratta la suite proposta nel cd, molto densa e vivace, questa musica era eseguita con la chitarra barocca, della quale è pressoché impossibile riprodurre fedelmente i suoi suoni con la chitarra classica moderna. Attraverso delle trascrizioni si tenta di avvicinarsi il più possibile ai suoni originali. Questa musica è talmente bella che sarebbe impossibile rinunciare ad eseguirla ed ascoltarla. Anche la trascrizione della suite francese per clavicembalo di Bach, inclusa nel disco, originariamente in do minore, è stata trascritta in re.
Scarlatti, famoso napoletano naturalizzato spagnolo, maestro di corte di Maria Barbara di Portogallo poi Regina di Spagna, visse a lungo a corte risentendo dell’influenza della musica spagnola, in particolare delle danze come il flamenco, le cui armonie ritroveremo in tutte le sue sonate.
Bach, che dire, è sopra tutti gli altri compositori di tutti i tempi. E’ ineguagliabile per la qualità artistica della sua musica, per l’arte del contrappunto ad esempio; la suite che presento, che nasce come un insieme di danze, viene nobilitata da Bach che la amplifica rendendola un capolavoro quasi sinfonico di enorme valenza.
Arrivo a dire che Bach per la musica è stato più di Einstein nella fisica. Ha stravolto le regole della musica, arricchendola di simboli e rendendola più profonda, addirittura legando la costruzione musicale alla sequenza matematica di Fibonacci. Per ascoltare la sua musica ci vuole cervello, cuore e pancia. La musica va recepita in modo consapevole, ora purtroppo viene utilizzata addirittura in modo, oserei dire, blasfemo, in contesti del tutto inadeguati.
Purtroppo molte persone non hanno gli strumenti adeguati per apprezzare la musica cosiddetta colta…
Il problema è innanzitutto di educazione, ma anche di libertà. Purtroppo ciò che piace e che non piace è deciso da altri, i gusti delle masse sono pilotati. La musica gradita ai più è quella che si è ascoltata più volte, quindi non si è educati ad esercitare lo spirito critico.
Ma torniamo alla musica antica: le trascrizioni permettono quindi un’esecuzione fedele delle composizioni?
Io sono dell’avviso che bisogna stare molto attenti quando si tenta di riprodurre la musica con una particolare attenzione filologica, perché alcune volte, se si eccede in pignoleria, si può comunque essere tratti in inganno. La mia opinione è che in questo campo è tutto molto relativo, ciò non vuol dire che tutta la filologia deve essere cancellata, ma i dubbi devono sorgere, anche in questo ambito le certezze assolute non esistono. Luoghi comuni, estremismi e fondamentalismi non vanno bene mai, l’arte, come prodotto dell’uomo, essere imperfetto, è imperfetta, tende alla perfezione, ma non la raggiunge. Il segreto è non accontentarsi mai.
I grandi liutisti barocchi, ad esempio, avevano grande possibilità di improvvisazione, chissà di quali abbellimenti e fioriture arricchivano le esecuzioni, e come ognuno di loro modulava la musica in base al proprio gusto. Sono cose che abbiamo perduto per sempre e che possiamo soltanto supporre, quindi nessuno può arrogarsi il diritto di decidere coma va eseguita la musica antica, non avendo nessuna testimonianza diretta.
A proposito di strumenti, anche in questo cd ha suonato con la sua inseparabile Giussani?
Si, ho utilizzato una Giussani interamente realizzata in abete, dal tono potente e squillante, che ricorda molto quello un po’ pungente della spinetta, strumento particolarmente utilizzato nell’età barocca.
Un cd, quindi, tutto da ascoltare!
Hai detto bene, ascoltare, ma con le orecchie! Nonostante il bellissimo Caravaggio in copertina consiglio di chiudere gli occhi e farsi trasportare dalle melodie. Forse non tutti ne sono coscienti, ma gli occhi, invece di arricchire le nostre percezioni, le limitano fortemente. Il nostro cervello, utilizzando contemporaneamente questi due sensi, si limita a recepire ciò che ricade nel nostro campo visivo, se invece ci abbandoniamo al nostro orecchio, le nostre percezioni possono andare ben oltre, raggiungendo spazi e sensazioni sconosciute.
Mi dica, come artista e come insegnante: esiste un segreto per essere un buon musicista?
Io ritengo che ognuno debba considerare la musica un grande mistero. Chi si confronta con essa deve essere cosciente che si sta confrontando con l’infinito. Il bravo artista, quindi, deve avvicinarsi ad essa con estrema umiltà, dedizione e devozione. Solo con la calma, lo studio, la riflessione, l’introspezione si possono raggiungere risultati degni. Alcuni esecutori pensano di poter utilizzare la musica per mettere in mostra se stessi, ma il musicista è a sua volta un mero strumento; è la musica, con la sua immensa grandezza, la sola protagonista.
di Benedetta Tintillini