Il senso della vita narrato da Stefano Massini che ha portato in scena a Spoleto il suo “Alfabeto delle emozioni”
E’ stato Stefano Massini, primo autore italiano ad aver ricevuto il Tony Awards, premio Oscar del Tetro Americano, che ci ha guidato nella serata di sabato 11 Marzo, al teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto, nella parte più profonda del nostro io, dialogando con il nostro essere ancestrale, ponendo ad un pubblico presente in un teatro gremito, come le emozioni che fin dal primo giorno ci accompagnano nella nostra esistenza guidano ogni istante della nostra giornata.
Sei sono le emozioni primarie: gioia, tristezza, rabbia, sorpresa, paura, disgusto, e da qui si parte in un viaggio introspettivo che ci svela giocando con un’estrazione casuale quanto ogni lettera porti con sé emozioni di ogni istante della nostra vita, ed ecco che il gioco dell’alfabeto apre questo spettacolo unico e profondo.
Stefano Massini, racconta-storie appassionato, è in scena circondato da tre scatole: unica scenografia che lascia parlare le lettere che pesca casualmente e in questo sequel casuale si entra nel viaggio delle emozioni… e si interpretano… F di felicità… N di noia… I di Invidia … e con questo alfabeto Stefano ci parla e ci guida a guardarci dentro attraverso delle storie, è proprio lui che apre dicendo che noi siamo quello che proviamo… mai frase più vera, nella sua semplicità entra con violenza dentro noi.
Massini ha l’unico obbiettivo: chiamare per nome ciò che ci muove da dentro. Scorrono visi, ritratti, nomi, situazioni mentre Massini trascina il pubblico in un susseguirsi di storie e di esempi irresistibili. E su F di felicità cita il discorso di Kurt Vonnegut fatto ai giovani: “Quando siete felici, fateci caso”.
In fondo, come ci ricorda Massini, “siamo tutti degli equilibristi sul filo della nostra emotività!”.
Ed è così che, in 80 minuti, si naviga nei labirinti dell’io più profondo, cogliendo sfumature emozionali guardate prima, guarendo malinconie e solleticando soddisfazioni nella riflessione primaria di un io equilibrista.
Sonia Lustrino