LAV interviene a sostegno del COPATTRIM nel ricorso al Consiglio di Stato, dopo che la sentenza del TAR del Lazio dello scorso 29 luglio aveva dato il via libera alla continuazione dei lavori per la realizzazione di un allevamento intensivo di galline ovaiole nel comune di Montefiascone (VT). Si tratterebbe dell’ennesimo allevamento intensivo in un territorio già ad altissima densità zootecnica, con gravi ripercussioni ambientali e sanitarie, in termini di emissioni di ammoniaca e formazione di particolato, incremento del traffico pesante e peggioramento della salubrità dell’aria, oltre alla distruzione dell’ecosistema del luogo.
“Se realizzata, tale struttura sarà non solo una minaccia per l’ambiente e la salute pubblica, ma anche luogo di confinamento e sofferenza per migliaia di animali, con 40000 galline ovaiole che verranno confinate all’interno dei capannoni. – spiega LAV – All’interno di queste strutture, gli animali vivono in condizioni gravemente lesive del loro benessere, senza alcuna possibilità di mettere in atto comportamenti naturali e rispettare la propria etologia.”
Considerate solo come unità produttive, immunodepresse a causa delle condizioni di detenzione e identiche una all’altra per mezzo della selezione genetica, le galline sono facili prede di agenti patogeni. Elemento particolarmente preoccupante se si pensa che il vicino Lago di Bolsena è luogo di sosta di uccelli migratori cosiddetti serbatoio del virus H5N1 dell’influenza aviaria, ponendo un concreto rischio di trasmissione tra selvatici ed animali allevati, e da loro all’uomo. Ancora alle prese con la pandemia da sars-cov-19, le istituzioni deputate alla salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica non sembrano tuttavia voler orientare le scelte verso un futuro più sostenibile.
La proliferazione di impianti di allevamento interessa tutto il territorio nazionale, nonostante sia ormai chiara la necessità di cambiare rotta. Sono centinaia di milioni gli animali allevati ogni anno in Italia, ed altrettanti quelli macellati (circa 700 milioni), e di questi gli animali negli allevamenti avicoli rappresentano la maggioranza (più di 550 milioni). Numeri impressionanti che mostrano l’insostenibilità dell’attuale sistema agro-alimentare, basato su un consumo spropositato di risorse e di vite animali, e grande responsabile di emissioni di gas climalteranti.
“Auspichiamo che il Consiglio di Stato sospenda i lavori per la costruzione di questa struttura e facciamo appello all’Amministrazione Comunale perché ripensi le proprie decisioni a tutela del territorio, della salute dei cittadini e degli animali – aggiunge LAV – come esempio di lungimiranza per la salvaguardia del Pianeta e del nostro stesso futuro”.
Hans Peter Schaefer, http://www.reserv-a-rt.de, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons