Da anni si assiste alla distruzione degli edifici rurali storici del territorio del Comune di Amelia, con l’indisturbato abbattimento di antiche case coloniche e le loro pertinenze per fare spazio a nuovi anonimi e spesso incongrui edifici residenziali. Si tratta della distruzione dell’identità culturale del paesaggio amerino, cui purtroppo l’Amministrazione Comunale non presta alcuna attenzione, favorendo la rendita fondiaria. Anche quando non vengono demoliti e ricostruiti, spesso gli edifici subiscono ristrutturazioni che ne alterano completamente l’identità agricola, modificando irreversibilmente l’impianto originario e le caratteristiche architettoniche con l’adozione di tecniche costruttive e materiali che nulla hanno a che fare con quelli tradizionali.
Amelia è circondata da colli, una parte destinata a colture che formano un armonico patchwork di uliveti, vigneti e seminativi, l’altra coperta dalla fitta lecceta dei Monti Amerini. Se la parte vincolata dagli Usi civici e dalla zona SIC dei Monti Amerini è rimasta più o meno uguale, così non è stato per la parte Sud. Si tratta della scomparsa o alterazione di edifici ed insediamenti storici che sono testimonianze significative della storia delle comunità rurali e delle economie ad esse legate come casolari, mulini, frantoi, torre colombaie, ville, fienili, ricoveri, stalle, essiccatoi, forni, terrazzamenti, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco, cappelle, edicole votive, abbazie, pievi.
A partire dal 2000, con l’adozione della Convenzione europea del paesaggio da parte del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ratificata dall’Italia con la Legge n.14 del 9 gennaio 2006, lentamente, si è andata diffondendo, anche per merito di associazioni come Italia Nostra, la consapevolezza che il paesaggio, lungi dall’essere mero fatto estetico, sia soprattutto patrimonio culturale, testimonianza dell’opera umana e quindi degno di essere salvaguardato.
Con la LR n. 11 del 2005, comma 5, art. 33 “Norme in materia di governo del territorio: pianificazione urbanistica comunale”, la Regione Umbria ha provveduto ad inserire i concetti espressi dalla Convenzione europea del paesaggio nella gestione del territorio. In riferimento agli edifici rurali si stabiliva che i comuni avrebbero individuato «gli edifici sparsi nel territorio costituenti beni immobili di interesse storico, architettonico e culturale». In tal modo veniva apposto un vincolo sugli stessi che avrebbe dovuto rendere possibili solo «interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, nonché interventi di ristrutturazione interna, purché non pregiudichino le caratteristiche tipologiche e storico architettoniche del medesimo».
Il Comune di Amelia ha redatto con una certa “ritrosia” una sorta di elenco degli edifici sparsi nel territorio costituenti beni immobili di interesse storico, architettonico e culturale, con schede solo fotografiche e con una procedura di individuazione assolutamente priva di criteri scientifici. Un elenco che non è servito a salvaguardare la gran parte degli edifici rurali per un’applicazione distorta della normativa. Nonostante la LR n. 1 del 2015, Testo Unico “Governo del territorio e materie correlate”, abbia confermato gli indirizzi della legge del 2005 e sia stato pubblicato l’Allegato “A” con il Repertorio dei tipi e degli elementi ricorrenti nell’edilizia tradizionale (Aggiornato con D.G.R. n. 852 del 13 luglio 2015), il Comune di Amelia non ha ancora prodotto un completo Censimento degli edifici rurali storici, non applica le indicazioni della DGR 852 del 2015 e addirittura autorizza la demolizione di un edificio tipico dell’edilizia rurale considerato di valore storico culturale, visto che ha generato un ampliamento distaccato. Una mancanza di considerazione del valore del paesaggio rurale e delle sue tipicità che consente, nonostante la normativa regionale, di continuare indisturbati ad abbattere e ricostruire.
Oggi, Italia Nostra Amelia ha rinnovato in una lettera indirizzata al Sindaco e al Vice Sindaco la richiesta che il Comune si adegui alla normativa urbanistica regionale, applichi finalmente le indicazioni della DGR 582 del 2015 e si doti del Censimento completo e scientificamente attendibile degli edifici rurali storici nel più breve tempo possibile.