Un secondo giorno all’insegna delle stelle con le biodiversità umbre raccontate e interpretate dallo chef Andrea Impero, che ha portato a Vinitaly la stella Michelin di Elementi Fine Dining di Borgobrufa. Uno show cooking narrativo, come è stato definito, un vero racconto gastronomico, oltre che delizia per il palato, grazie al piatto “Porco Tonno”, realizzato con Porco Cinturello Orvietano “Urbevetus”, a cui sono stati abbinati i pregiati Rapetti del Lago Trasimeno, omaggio alla ricchezza dei prodotti regionali iscritti al Registro della Biodiversità facente capo al 3A Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria e strumento ufficiale per censire le risorse genetiche autoctone regionali.
In questo che è uno dei piatti signature di Andrea Impero, lo chef ha lavorato il porco cinturello orvietano come il vitello del mare, andando a recuperare una tecnica di conservazione ancestrale, nell’ottica che conservare per lui è “custodire” un prodotto.
Il “Porco Tonno” come dimostrato durante lo show cooking a Vinitaly, rappresenta la valorizzazione del lavoro agricolo, un vero patto di allenza con i micro territori umbri, le loro produzioni etiche e le loro eccellenze. Un piatto perfettamente in linea con l’impegno e l’attenzione che, Borgobrufa SPA Resort e la filosofia di cucina di Elementi Fine Dining, portano avanti da sempre verso le identità agroalimentari ed enogastronomiche che rappresentano il cuore autentico della nostra regione.
“A Vinitaly attraverso questo show cooking, ho portato il lavoro che tutti i giorni svolgo in Umbria nelle cucine di Borgobrufa – ha affermato lo chef Impero – e la ricerca continua che porto avanti per scoprire, promuovere e aiutare questi artigiani agroalimentari e le loro micro produzioni. L’Umbria è una terra fortemente legata alle sua cultura alimentare e alle sue tipicità e sta anche a noi cuochi contribuire a salvarle, preservando la biodiversità e supportando chi le produce e le conserva” – continua Andrea Impero – Devo dire grazie al supporto della Famiglia Sfascia, che come me crede fortemente in una “cucina della verità” e in un modello di ristorazione e di impresa turistica “a filiera cortissima” che portano non solo valore ai territori, ma generano orgoglio nelle sue comunità”