Dopo Antibes, Neuchatel, Mougins, ora è la volta di Panicale. Nell’estate 2022 il borgo che si affaccia sul Trasimeno è stato “infiltrato” temporaneamente dalla presenza di figure di animali in forma di sculture in bronzo. Tre bufale, un lupo, un’aquila, una nutria e due scimmie. Figure di passaggio che non rispondono ad alcun programma creato per un’occasione specifica. Sono passaggi che giocano il proprio effetto sulla casualità dell’incontro, andando ad occupare senza alcun segno di distinzione gli spazi di pubblico transito.
Le opere dello scultore Davide Rivalta, approdate appunto a Panicale da qualche settimana su iniziativa de L’Arca di Pan, popolano il centro storico al pari degli esseri umani.
Scultore bolognese dal gesto decisamente provocatorio, Rivalta sceglie così di abbattere le sbarre dietro cui gli uomini hanno rinchiuso gli animali e permette loro d’invadere spazi inviolati dell’architettura moderna.
E’ questo infatti uno dei modi, forse quello più frequente negli ultimi anni, come fanno notare i curatori dell’esposizione, in cui si manifesta l’arte di Rivalta, che precedentemente aveva accompagnato alla scultura il disegno a grafite sul muro e la pittura.
Gli animali hanno costituito fin dall’inizio, negli anni di passaggio fra il secondo e il terzo millennio, l’iconografia principale dell’artista. Li fotografa in stato di cattività nei luoghi loro deputati sparsi nell’universo occidentale, dagli zoo agli allevamenti; li forgia in figure scultoree secondo una modalità gestuale sua propria non aliena tuttavia dalla tradizione alta della scultura occidentale; ciascuna figura è un ritratto di ciascun individuo, che sia quello di un gorilla dello zoo di Berlino o quello di una bufala di un allevamento di Cona del ferrarese; infine li dispone in un contesto disegnato dall’uomo, pronti nella loro sacra innocenza all’incontro con il loro altro, l’uomo vivente.
E se prima ad essere occupate sono state architetture significative (dal cortile del Tribunale di Ravenna a quello del Quirinale a Roma, Musei prestigiosi da quello di San Vitale ancora a Ravenna, a quello della Galleria Nazionale di Roma), dal 2017 sono intere comunità urbane: Antibes, Neuchatel, Mougins, ora Panicale, dalla sede de L’Arca di Pan al centro del paese.
Qui le opere potranno essere ammirate ancora fino a domenica 18 settembre.
Inoltre, presso l’Arca di Pan, tutti i giorni dalle 16;30 alle 19;30 è possibile vedere il documentario che la regista Elena Matacena ha girato sull’artista.