Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente

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Dal 9 novembre al 1 dicembre 2019, al Museo dell’Ara Pacis, si terrà la mostra “Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente”, in occasione dei 2200 anni dalla fondazione dell’antica città romana. 

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, prestatore di alcune opere d’arte di eccezionale valore, e con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, la mostra Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente vuole ripercorrere le numerose “trasformazioni” della Città nei suoi momenti storicamente più significativi: l’antica città romana, l’Aquileia bizantina e medioevale e il Patriarcato, per finire al periodo in cui la città fu parte dell’impero Asburgico e infine agli anni della Prima Guerra Mondiale e del successivo dopoguerra.

Il percorso espositivo, curato da Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia, e da Marta Novello, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, con un contributo di don Alessio Geretti, curatore delle iniziative culturali di Illegio, si focalizza sull’importanza del rapporto Aquileia-Roma e sulla straordinaria capacità di rigenerarsi di una città, più volte risorta dopo invasioni, spoliazioni, guerre e terremoti.

Fondata nel 181 a.C., Aquileia fu concepita come avamposto di Roma nel lembo estremo nord-orientale della penisola, in seguito centro d’irradiazione del Cristianesimo nell’Italia settentrionale e nelle regioni del centro ed est Europa. Città ricca e popolosa, tanto da essere ricordata dal poeta Ausonio (IV secolo d.C.) come la quarta d’Italia, dopo Roma, Milano e Capua.

Per secoli Aquileia è stata un porto commerciale di primissimo piano dell’intero Mediterraneo e ha costituito la porta d’entrata non solo di derrate e di merci, ma anche di arte e idee provenienti dal nord Africa e dal Medio Oriente che, rielaborate e metabolizzate, si sono poi diffuse nell’Italia settentrionale, nei Balcani e nel Noricum. Fu anche sede di un principato ecclesiastico e di uno stato patriarcale, a partire dal 1077 e fino alla conquista veneziana nel 1420, mentre il patriarcato come entità ecclesiastica fu soppresso solo nel 1751, avendo come eredi le Arcidiocesi di Udine, per la parte veneta, e di Gorizia, per la parte imperiale.

Il ruolo che Aquileia ha svolto per due millenni ha avuto un significato non solo militare, politico ed economico, ma anche culturale e ideale nel bacino del Mediterraneo e nel rapporto tra oriente e occidente. Mettere in evidenza questa “specialità” di Aquileia a livello nazionale ed europeo è l’obbiettivo principale della mostra “Aquileia 2200”.

Dell’originalità del messaggio che proviene dalle testimonianze del passato aquileiese sono prova i reperti e le opere che compongono il percorso espositivo, che offre una straordinaria selezione di calchi in gesso, modelli e preziosi pezzi originali, avvalendosi anche del supporto di strumenti multimediali.

Tra le diverse opere, alcune importantissime: l’iconica “testa di Vento” bronzea, di ascendenza ellenistica, la testa di vecchio, improntata a forte realismo, la bellissima stele funeraria del gladiatore, due eccezionali mosaici (raffiguranti uno “pesci adriatici”, l’altro uno stupendo pavone), rilievi marmorei e statue. È inoltre presente un’ampia e preziosa collezione di oggetti in ambra, espressione di quell’artigianato artistico che si era sviluppato nella città, punto d’arrivo dell’antichissima “Via dell’Ambra” proveniente dal Baltico, dove la resina fossile era raccolta.

Della mostra faranno inoltre parte 23 calchi di reperti aquileiesi realizzati nel 1937 in occasione della Mostra Augustea della Romanità (dove Aquileia era la città più rappresentata, insieme a Ostia e Pompei), oggi custoditi presso il Museo della Civiltà Romana e alcuni di essi restaurati per l’occasione grazie alla Fondazione Aquileia. Ancora, nella sezione del Cristianesimo, un bassorilievo in pietra calcarea del IV secolo raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Paolo, testimonianza della vitalità e della ricchezza della grande Chiesa Aquileiese e, per concludere, due spaccati storici sul Patriarcato di Aquileia e sul Milite Ignoto. In quest’ultima sezione in particolare sarà esposto per la prima volta il tricolore, recentemente donato allo Stato, che avvolse, nella cerimonia in Basilica ad Aquileia nel 1921, il feretro del soldato scelto dalla madre di un soldato caduto e disperso, Maria Bergamas, per rappresentare tutte le vittime disperse in guerra.

Ad arricchire la mostra, al centro del percorso espositivo, sono collocate 43 splendide fotografie del grande maestro friulano Elio Ciol, che da decenni coglie l’essenza degli antichi oggetti e dei resti monumentali tuttora visibili, fornendo un formidabile apporto documentario, emozionante e vivido, di Aquileia. Questi e altri lavori del maestro Ciol sono stati esposti quest’estate al MAMM di Mosca e prossimamente daranno vita a un’altra mostra a Ekaterinburg.

Sarà infine proiettato, all’interno della mostra, un estratto del docu-film “Le tre vite di Aquileia” realizzato da 3D produzioni e destinato a entrare nella programmazione di Sky Arte. Il documentario ripercorre duemila anni di storia di Aquileia attraverso interviste, riprese realizzate nei luoghi simbolo di Aquileia, ricostruzioni virtuali e filmati d’epoca concessi dall’Istituto Luce.

Aquileia 2.200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente, a cui il Ministro Franceschini ha concesso il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, ha il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, maggior finanziatore della Fondazione Aquileia, e la partecipazione della Società per la Conservazione della Basilica, dell’Associazione Nazionale per Aquileia e della Cineteca del Friuli. La mostra è resa possibile anche grazie al sostegno di PromoTurismo FVG e della Camera di Commercio Pordenone-Udine nell’ambito del progetto Mirabilia.

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