Pericolosi per la “cultura” saudita, veicolo di “corruzione morale”: questo sono cinema e concerti per il Gran Mufti dell’Arabia Saudita, Abdulaziz Al-Shaykh.
Il Gran Mufti di Gerusalemme è la suprema autorità giuridica islamica sunnita responsabile della corretta gestione dei Luoghi Santi islamici di Gerusalemme, inclusa la Moschea al-Aqsa. I musulmani sunniti generalmente considerano il Gran Mufti come la suprema autorità giuridica-religiosa a Gerusalemme e del popolo arabo–musulmano in Palestina.
Nei cinema “potrebbero essere trasmesse pellicole spudorate, volgari, immorali perché si punta sui film stranieri per cambiare la nostra cultura”, ha detto Abdulaziz Al-Shaykh, intervenuto in tv e citato dal portale Sabq. “Non c’è nulla di buono” nei concerti, ha insistito, sostenendo che l’intrattenimento – che si tratti di musica o film – rappresenta un “invito alla promiscuità”. “Va invece bene l’intrattenimento veicolato con un’impostazione culturale o scientifica”, ha precisato Al-Shaykh.
Le parole del Gran Mufti arrivano dopo che il capo dell’Autorità saudita per gli spettacoli, Amr al-Madani, in un’intervista alla Saudi Gazette ha parlato del 2017 come dell'”Anno dell’intrattenimento” e ha anticipato che presto ci sarà un concerto in pubblico a Gedda del cantante saudita Mohammed Abdo. Così l’eminente personalità ha invitato l’Autorità a “non aprire le porte al diavolo”. Cinema e concerti in pubblico restano un tabù nel regno, ma il piano ‘Vision 2030’ annunciato lo scorso anno punta a trasformare la monarchia del Golfo.