Nuove scoperte in Friuli nel sito del villaggio protostorico di Ca’ Baredi, a Terzo di Aquileia (Udine), da parte degli archeologi dell’Università di Udine impegnati a ricostruire la vita quotidiana di questo abitato risalente a circa 3500-3200 anni fa (età del Bronzo). Esteso per oltre dieci ettari, il sito, noto come Canale Anfora, fu sede di una comunità stabile per circa trecento anni.
Il villaggio, riferisce un articolo pubblicato sul nuovo numero della rivista “Archeologia Viva” (Giunti editore), era dislocato al margine della laguna, su un dosso formato da un antico alveo del fiume Torre (principale affluente di destra dell’Isonzo): posizione strategica per la vita di una popolazione coinvolta in relazioni commerciali a lunga distanza, soprattutto per il rifornimento e la distribuzione del metallo di provenienza alpina lungo le rotte adriatiche.
Ciò che fa di Canale Anfora un sito archeologico di grande rilievo tra la bassa pianura friulana e il mare è un’area specializzata, a margine del villaggio in prossimità del fiume, dedicata all’accensione di fuochi per la preparazione e il consumo del cibo, che consente di delineare certe caratteristiche della vita sociale dei suoi abitanti. Ampie piattaforme di limo erano predisposte per la realizzazione di numerosi focolari all’aperto. Questi apprestamenti, nel corso del tempo, venivano ripristinati subendo solo lievi spostamenti, forse in rapporto a ricorrenze regolate dai cicli stagionali.
Le strutture e il vasellame rinvenuto fanno pensare ad attività verosimilmente cerimoniali praticate in occasioni festive: durante la media età del Bronzo (XVII-XIV secolo a.C. circa), i membri della comunità di Canale Anfora si riunivano in occasioni conviviali con gruppi provenienti da villaggi limitrofi, per agevolare lo svolgimento di attività di scambio e mercato.
“La consistenza demografica, il grado di coesione e le capacità di cooperazione della comunità che abitò la prima Aquileia – spiega Elisabetta Borgna, docente di preistoria e protostoria all’Università di Udine – possono essere dedotte dalle imponenti opere di costruzione che fecero seguito, verosimilmente all’inizio della tarda età del Bronzo, intorno al 1300 a.C., alla fase d’uso dei grandi focolari”.
Allora l’intera area venne bonificata e il livello ne fu rialzato tramite consistenti riporti di terreno sterile e muri d’impasto di limo crudo, secondo una tecnica costruttiva ben nota nel comprensorio dei castellieri friulani protostorici.
Gli scavi sono condotti in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia, che nel 1980 individuò il sito nell’area umida presso quello che in età romana sarebbe stato il Canale Anfora.
La missione archeologica a Ca’ Baredi rientra nel progetto “Aquileia prima di Aquileia”, incentrato sullo studio del territorio dove, nel II secolo a.C., sorse la colonia romana. Le ricerche sono finanziate dalla Soprintendenza e affidate sul campo al Laboratorio di Preistoria e Protostoria dell’Università di Udine, coordinato da Elisabetta Borgna e Susi Corazza.
Credits: foto www.archeologia.com