La Sede Banca Generali Private, fino a dicembre 2020, ospiterà l’esposizione dell’artista umbro Stefano Bonacci, dedicata al progetto Art to Finance.
L’arte contemporanea è prima di tutto capitale intellettuale, capace di aprire nuovi orizzonti anche nel mondo del lavoro influendo positivamente sui percorsi intrapresi e sui risultati ottenuti.
L’obiettivo del progetto Art to finance, di cui il Financial Planner Tiziano Sordini si è fatto capofila, non è quindi solo quello di avvicinare le persone all’arte, ma è anche e soprattutto quello di tradurre un “Asset emozionale” in strategia di diversificazione patrimoniale.
“Dal desiderio di promuovere e condividere con il pubblico questo patrimonio culturale, nasce l’impegno a tradurre concretamente i nostri valori nel campo dell’arte- sottolinea Sordini- con la certezza che una progettualità dinamica di eventi ed esposizioni potrà ulteriormente consolidare il rapporto che ci lega al territorio, dando un segnale forte di continuità con il passato e di apertura al futuro.” E non è un caso se Istituti Bancari internazionali come Deutsche Bank hanno aperto da poco un Museo di arte Contemporanea nella nuova piattaforma per l’arte, la cultura e lo sport “PalaisPopulaire” a Berlino, perchè l’arte in banca se sapientemente valorizzata rafforza le relazioni e crea valore. In questo modo il Gruppo Banca Generali contribuisce a sostenere e promuovere artisti contemporanei emergenti e talentuosi, capaci di intercettare ed anticipare tendenze future, come nel caso di Bonacci.
Stefano Bonacci è considerato oggi uno degli artisti italiani più rilevanti della sua generazione; dopo aver partecipato ad esposizioni come La Quadriennale di Roma e La Biennale di Scultura di Carrara ed avere esposto in musei come il Pecci di Prato o la Kunsthalle di Dusseldorf, ha ricevuto nel 2014 il prestigioso Grant dalla Pollock-Krasner Foundation di New York. Inoltre nel 2019 il Comune di Segrate ha dedicato all’artista una grande mostra con catalogo edito da Silvana Editoriale.
La sua è un’arte che si sposta lungo percorsi inediti, segnati da “visioni” del tutto personali che trovano corpo attraverso l’utilizzo originale di materiali eterogenei. Uno dei punti cardine dell’arte, e specie in quella contemporanea, è saper interpretare lo spazio in cui l’opera si colloca, il che significa da un lato costruire un lavoro site specific, dall’altro collocare le opere in maniera che dialoghino fra loro e con lo spazio stesso. Bonacci ha intrapreso, ormai da più di vent’anni, un meticoloso lavoro di studio sulla forma in rapporto allo spazio che ha forti radici nell’arte italiana (e non solo) di varie epoche, oltre che nel costante dialogo tra geometria e natura.
La produzione pittorica dell’artista si inserisce in questa ricerca come uno dei momenti più originali e felici dell’intera sua opera: l’idea è quella di una pittura basata sul contrasto simultaneo tra caos e ordine, casualità e progetto, velocità e lentezza, sempre cercando di raggiungere un perfetto equilibrio. Un alternarsi di segni geometrici e forme organiche disposte nello spazio del quadro danno quindi vita a immagini ambigue come in “Rorschach e scacchiera”, in cui la simmetria speculare suggerisce infinite immagini differenti, o come nell’opera “24 cellule nere”, dove il colore crea per saturazione una nuova realtà oggettiva evocando allo stesso tempo mondi organici e microscopici.
La convinzione che il senso dell’esistenza si possa svelare attraverso forme semplici, non narrative, e che le emozioni di fronte al mistero della vita e della natura possano essere espresse attraverso l’assolutezza del colore e della forma, fanno della poetica di Stefano Bonacci un esempio di rara sensibilità artistica.
Elena Capuccella