Arte e scienza insieme per la comprensione dei capolavori d’arte e per la loro conservazione.
Alla ricerca hanno partecipato 116 esperti chimici, fisici e storici di 19 paesi
Chimici, fisici, storici dell’arte, pittori, artisti, archeologi, hanno esaminato e studiato 27 dipinti, capolavori mondiali, che spaziano dall’antichità al Rinascimento, fino all’arte moderna e contemporanea, e rappresentano espressioni artistiche di differenti parti del mondo: dall’estremo Oriente, all’America, all’Europa.
Il lavoro svolto ha dimostrato come la collaborazione tra discipline umanistiche e scientifiche porti ad una maggiore comprensione dell’opera d’arte e della sua genesi e fornisce elementi per garantirne la protezione dal trascorrere del tempo.
Alla ricerca hanno partecipato 116 esperti di 19 paesi, appartenenti a 79 istituzioni internazionali tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, l’Art Institute of Chicago, il Getty Conservation Institute di Los Angeles, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, la National Gallery e la Tate Britain di Londra, l’Academy of Fine Art di Varsavia e la National Gallery di Copenhagen. I risultati sono pubblicati nel volume “Science and Art. The painted surface“, edito dalla Royal Society of Chemistry, curato da Antonio Sgamellotti, Brunetto Giovani Brunetti e Costanza Miliani.
Importante testimonianza della collaborazione tra scienziati e artisti è il capitolo sui dipinti tibetani Thangka – in apertura del volume – scritto dal Premio Nobel per la Chimica Richard Ernst.