Inaugurata mercoledì 1 maggio a Todi, alle ore 12, nella Sala delle Pietre dei Palazzi Comunali, “Backbone Crossing Ratio” di Robert Gligorov”. Il progetto è promosso dal Comune di Todi e prodotto in partnership con la Galleria Giampaolo Abbondio, storica galleria dell’artista dal 2000.
“L’esposizione, che resterà aperta fino al 6 luglio – sottolinea l’Amministrazione comunale – valorizza ulteriormente il percorso intrapreso che vede la città di Todi sempre più identificata come una piccola capitale dell’arte contemporanea”.
La mostra di Robert Gligorov (Macedonia del Nord, 1960) è una sorta di summa del suo percorso artistico, di vita e culturale. “Backbone Crossing Ratio”, a cura di Giusy Caroppo, sarà un’occasione per la città di Todi di rileggere in modo innovativo uno degli spazi più suggestivi nel cuore dell’Umbria e offrire un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte contemporanea.
“L’esposizione, che resterà aperta fino al 6 luglio – sottolinea l’Amministrazione comunale – valorizza ulteriormente il percorso intrapreso che vede la città di Todi sempre più identificata come una piccola capitale dell’arte contemporanea”.
La mostra di Robert Gligorov (Macedonia del Nord, 1960) è una sorta di summa del suo percorso artistico, di vita e culturale. “Backbone Crossing Ratio”, a cura di Giusy Caroppo, sarà un’occasione per la città di Todi di rileggere in modo innovativo uno degli spazi più suggestivi nel cuore dell’Umbria e offrire un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte contemporanea.
Il titolo “Backbone Crossing Ratio” è riferito al più piccolo nodo osservato dalla fisica quantistica, generato in laboratorio casualmente. I nodi fanno da sempre parte della ricerca artistica di Gligorov. Come le regole della fisica vengono sovvertite da fattori imprevedibili – una casualità che genera accelerazioni, comunicazioni tra particelle in simultanea – anche la nostra mente crea associazioni libere, paradossi e idee che vengono dal nulla casualmente.
Analogamente, “Backbone Crossing Ratio” nasce da una miriade di possibilità, colta da Gligorov e proposta al mondo; l’artista intende far convivere la propria esperienza, così come la capacità formale, quella installativa e scenografica, in un’opera composita, a cui si accede attraversando un percorso iniziatico, meditativo e ritmico, che sfida l’architettura antica e, nel contempo, racconta il suo mondo visionario, al fine di generare un cortocircuito tra mondo reale e mondo onirico.
Lo spazio espositivo come contenitore di idee, proposte e supposizioni che si rincorrono random e creano il corollario di immagini del mondo caleidoscopico di Robert Gligorov, il quale più che cercare l’oggetto olografico seduttivo per l’occhio, propone un’intenzione. Un universo che si materializza e si palesa quando lo guardi: è compito dell’artista “artificiere” disinnescare le trappole, strato per strato, colore dopo colore, odore dopo odore, suggestione dopo suggestione, passaggio dopo passaggio, respirando lentamente e ascoltando.
È così che si arriva – citando Massimo Cacciari – all’Angelo Necessario: agognata verità che la mostra suggerisce “in miniatura” per indirizzare la propria conoscenza verso ciò che conosciamo già ma non ricordiamo; approdo a un mondo ignoto e misterioso che conduce alla casa di Nunc Nunc, il personaggio Freak e ambiguo che Gligorov colloca come farebbe un burattinaio, tra opere e oggetti, in modo funzionale a scardinare le certezze di ognuno di noi; mettendo in campo un progetto aperto a personali letture e interpretazioni, carico di citazioni, riferimenti letterari, fusi in un’armonia e un equilibrio estetico, tipici della cifra stilistica dell’artista.
Lo spazio espositivo come contenitore di idee, proposte e supposizioni che si rincorrono random e creano il corollario di immagini del mondo caleidoscopico di Robert Gligorov, il quale più che cercare l’oggetto olografico seduttivo per l’occhio, propone un’intenzione. Un universo che si materializza e si palesa quando lo guardi: è compito dell’artista “artificiere” disinnescare le trappole, strato per strato, colore dopo colore, odore dopo odore, suggestione dopo suggestione, passaggio dopo passaggio, respirando lentamente e ascoltando.
È così che si arriva – citando Massimo Cacciari – all’Angelo Necessario: agognata verità che la mostra suggerisce “in miniatura” per indirizzare la propria conoscenza verso ciò che conosciamo già ma non ricordiamo; approdo a un mondo ignoto e misterioso che conduce alla casa di Nunc Nunc, il personaggio Freak e ambiguo che Gligorov colloca come farebbe un burattinaio, tra opere e oggetti, in modo funzionale a scardinare le certezze di ognuno di noi; mettendo in campo un progetto aperto a personali letture e interpretazioni, carico di citazioni, riferimenti letterari, fusi in un’armonia e un equilibrio estetico, tipici della cifra stilistica dell’artista.
Il progetto non si esaurirà nel proprio fine espositivo: i tessuti utilizzati per mettere in opera l’installazione interattiva “QALAQ”, verranno donati a due Cooperative sostenute dalla “Fondazione Opes” e riconvertiti in capi d’abbigliamento e accessori prodotti da laboratori artigianali di cooperative che impiegano persone fragili e con svantaggio sociale, con una finalità sociale ed eco-sostenibilità, in un’ ottica di economia circolare. Partner della iniziativa meritoria sono la “CooperativAlice”, che promuove l’economia carceraria nelle carceri di Bollate e Monza con detenute donne, e il “ProgettoQuid”, attivo a Verona a sostegno e tutela di donne vittime di violenza e di tratta.