Commovente e sentita ricorrenza ieri a Bagnoregio, dove si è celebrato il trentesimo anniversario dalla morte del grande pilota ed ingegnere Piero Taruffi e della fondazione della Associazione che porta il suo nome che proprio nella cittadina laziale ha la sua sede.
Alla presenza delle autorità civili, religiose e militari è stata scoperta la targa che intitola al pilota ed ingegnere laziale la rotonda antistante il Museo, che nacque venti anni fa ad opera dei soci dell’Associazione Taruffi. Al centro della rotonda ha fatto bella mostra di sé una splendida Maserati 200 Si del 1957 di Gianni Morandi, pilota reduce dalla 1000 Miglia 2018, del tutto identica alla vettura con la quale Piero Taruffi disputò alcune gare nel 1956/57.
Il Presidente Fabrizio Verzaro, fondatore dell’Associazione insieme al fratello Flavio ed a Massimo Vezzosi che ne fu anche il primo presidente, ha ricordato come l’Associazione sia nata allo scopo di incrementare la passione per i veicoli storici, tanto che, a distanza di dieci anni, seguì la nascita del museo omonimo, istituito con lo spirito di offrire uno spazio per eventi culturali, mostre, convegni sul motorismo storico, unito a scopi sociali ed umanitari.
Molti i presenti all’importante appuntamento: dal Sindaco Francesco Bigiotti a Maurizio Speziali, da poco nominato Presidente dell’ASI. Tra i momenti salienti un salto indietro nel tempo con i filmati dell’istituto Luce che hanno narrato le gesta di Taruffi motociclista, pilota ed ingegnere, ed una commovente rimpatriata con Franco Scantolini e l’architetto Valerio Moretti amici di Taruffi, che hanno raccontato un Taruffi privato e perlopiù sconosciuto, come quello che condivise l’officina con il papà di Scantolini dove realizzarono un “lanciafiamme per cavallette”.
Luigi e Giovanni De Virgilio, figli dell’ingegner Francesco, progettista dello storico V 6 Lancia al quale è dedicata una sezione del Museo di Bagnoregio, hanno tenuto a sottolineare le prodezze motociclistiche di Taruffi, per le quali non è altrettanto noto, ma che furono di gran lunga più significative di quelle autmobilistiche.
Con Maurizio Speziali e Massimo Vezzosi si sono ripercorsi i periodi iniziali dell’Associazione, che fu intitolata a Taruffi perché la sua prima vittoria ufficiale fu al giro del lago di Bolsena, oltre al fatto che molto recente era la sua scomparsa.
Trenta anni di passione che hanno accomunato tante persone legate da una grande affinità ed una profonda stima, condizioni che hanno permesso, come è stato sottolineato, al piccolo fiore seminato trenta anni fà di sbocciare e crescere, perché costantemente curato ed “annaffiato” con l’entusiasmo e lo slancio condiviso dei tanti amici ed appassionati.
Trenta anni che sono solo l’inizio di una realtà che ha fatto dell’ospitalità e dell’accoglienza i suoi caratteri distintivi.
Benedetta Tintillini