Spunta un nuovo documento nella vicenda della ‘Bella principessa’ di Leonardo da Vinci, esposta in questi giorni alla Villa Reale di Monza. Secondo quanto riferisce Scripta Maneant, società editrice che ha organizzato l’esposizione dell’opera leonardesca, alcune carte del Tribunale di New York smentiscono il falsario e pregiudicato Shaun Greenhalgh, che nei giorni scorsi, attraverso le pagine del ‘Sunday Times’, si è assunto la paternità del dipinto, attribuito dagli studiosi a Leonardo da Vinci.
È affiorato infatti il documento della deposizione rilasciata nel 2011 da Jeanne Marchig, vedova di Giannino Marchig, al Tribunale della Grande Mela. Jeanne Marchig, per molti anni proprietaria del dipinto insieme al marito e, al tempo della dichiarazione, in causa con la celebre casa d’asta Christie’s, dichiarò di possedere ‘La bella principessa’ dal 1955, anno in cui si era sposata col marito Giannino, artista studioso del Rinascimento.
“Da questa dichiarazione – sottolinea in una nota Scripta Maneant – si evince dunque l’infondatezza della recente stravagante rivendicazione di Greenhalgh, che sosteneva di aver dipinto l’opera nel 1978, personaggio peraltro non nuovo alle cronache giudiziarie britanniche e che attualmente sta pubblicizzando l’uscita di un suo libro”.
‘La bella principessa’ è stata scoperta nel 1998, quando è stata venduta da Christie’s di New York per 20.500 euro. Gli esperti della casa d’aste la catalogarono all’epoca come copia tedesca del XIX secolo, ma per Martin Kemp, professore emerito di Storia dell’Arte dell’Università di Oxford e tra i più noti studiosi di Leonardo, l’opera è senza dubbio attribuibile al genio rinascimentale toscano. Tesi sostenuta anche da altri studiosi e storici dell’arte tra i quali Nicholas Turner, Simon Hewitt, Cristina Geddo, Elisabetta Gnignera e Pascal Cotte.