La Biga Monteleone di Spoleto nel documentario “L’anello di Grace”

biga di monteleone di spoleto

L’ho seguita passo passo questa storia, tanto da arrivare fino al Metropolitan Museum of Art di New York per vederla e capire bene il motivo per cui il piccolo comune di Monteleone richiedeva la Biga, ritenendo che fosse stata trafugata ai primi del ‘900. Ora, a chiarire la situazione ci pensa Dario Prosperini, regista e giornalista romano di origini umbre (nonno di Monteleone di Spoleto e nonna di Ruscio) che Sabato 24 settembre alle ore 21, nella sala della Fortuna del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (Roma), presenterà, in anteprima mondiale, il documentario “L’anello di Grace”. In occasione dei 120 anni dal ritrovamento della Biga, Dario ripercorre le tappe di una delle vicende più drammatiche e discusse della storia della tutela archeologica nel nostro paese, ricca di misteri, omissioni e colpi di scena.

Dario Prosperini è nato con l’Umbria nel cuore, respirando l’aria buona della montagna e ammirando i panorami che esaltano la bellezza di questi luoghi: “Ruscio e Monteleone sono i luoghi dove ho trascorso l’infanzia – spiega Dario – e dove vado ogni anno, d’estate e di inverno. Il legame che ho con quei posti è indescrivibile, lì sono sepolti pezzi del mio cuore. Sentì parlare della Biga da quando ero piccolo. Se ne parlava come se fosse un qualcosa di leggendario… Ed era proprio così. Mi sono sempre informato sulla storia del suo trafugamento e nel 2019 decisi che era arrivato il momento di raccontare questa storia con tutta la professionalità e distanza possibile, cercando di ricostruire ciò che accadde davvero, senza giudizio alcuno”.

La proiezione sarà introdotta e moderata dalla giornalista Silvia Lambertucci (ANSA), con interventi del Direttore del Museo Valentino Nizzo e di alcuni dei protagonisti del documentario. “L’anello di Grace” ricostruisce con testimonianze inedite e di prima mano le vicende di un trafugamento senza precedenti nella storia del nostro paese: quello della Biga Etrusca di Monteleone di Spoleto, considerata una delle opere più importanti del Metropolitan Museum of Art di New York. Tante saranno le sorprese contenute nel documentario, che rivelerà la catena di connivenze anche illustri e insospettabili che, dopo una trattativa durata mesi, consentirono l’esportazione illecita negli Stati Uniti di uno dei monumenti dell’arte etrusca, prodotto a Vulci nel VI secolo a.C. È così emerso un nuovo quadro indiziario che ha convinto il Comune di Monteleone a tentare di riaprire la procedura giudiziaria internazionale per ottenerne la restituzione.

Tra i protagonisti delle vicende narrate nella pellicola figurano Guglielmo Berattino, storico e scrittore di Ivrea, incappato in un segreto inconfessabile nascosto in un vecchio faldone e Grace Filder, un’affascinante e avventurosa contessa inglese il cui anello dai poteri magici ci ha condotto laddove la vita e la morte continuano a parlarsi, rivelando forse un’ulteriore e del tutto inaspettata pagina della storia millenaria del “capitano” che portò con sé nella sua ultima dimora, nascosta tra le cime più selvagge dell’Umbria, lo splendido carro etrusco.

Al confine tra un noir e una spy story, la vicenda costituisce uno degli episodi più emblematici delle gravissime ferite infer

dario prosperiniDal 2013 lavora per il Corriere della Sera come videomaker.

te al patrimonio culturale italiano, ancor più significativa se si considera che la scoperta ebbe luogo a pochi mesi dall’approvazione della prima legge di tutela del nostro paese, fortemente caldeggiata dal fondatore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Felice Barnabei, uno dei pochi che all’epoca si impegnò attivamente per la restituzione del carro.

Il “Golden Chariot”, com’è soprannominata oltreoceano la biga di Monteleone, è un reperto di valore inestimabile, sia per la conservazione che per la fattura: sui tre pannelli che lo compongono sono raffigurate le gesta dell’eroe omerico Achille. Il carro, decorato a sbalzo con intarsi in avorio, oltre allaqualità artistica, dimostra la capacità degli Etruschi di padroneggiare il linguaggio simbolico, figurativo e tecnico d

ei Greci.

Dario Prosperini nasce a Roma nel 1984, è laureato in Scienze della Comunicazione e giornalista Pubblicista dal 2006.Nel corso della sua carriera ha realizzato diverse video-inchieste e documentari indipendenti. L’ultimo prima di questo della Biga fu: “Roma e la Shoah. Luoghi e storie della persecuzione”, è andato in orda su Rai2 nel 2020.

Per ulteriori informazioni: www.festaetrusca.info / www.museoetru.it

press@egameapps.com / mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it

Donatella Binaglia

 

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