Il jazz, il genere musicale nato negli Stati Uniti dai neri deportati dall’Africa, che iniziarono a lenire la loro condizione di schiavitù improvvisando canti nelle piantagioni, sarà il protagonista del Bologna Jazz Festival, in programma dal 27 ottobre al 20 novembre a Bologna e Ferrara.
New Orleans è la patria riconosciuta del jazz, che in seguito arrivò a Chicago con Louis Armstrong per poi conquistare l’Europa dove riscosse un enorme successo.
Fin da subito il jazz ha inglobato nei suoi canoni i generi della musica popolare americana: dal ragtime al blues, dal samba passando per la musica rock, trasformandosi nel corso del XX secolo in numerosi sottogeneri: dallo swing delle big bands negli anni trenta, il free jazz nei sessanta, la fusion nei settanta fino alla mescolanza più avanti con il Funk, fino ad arrivare al jazz contemporaneo.
Incroci di jazz puro, musica contemporanea e suoni dalla forte connotazione geografica (latina, africana) daranno un tono di creativa sperimentazione alla nuova edizione del Festival che si svolgerà nel segno di grandi esclusive concertistiche, con un gruppo ‘trasgressivo’ e di culto come il Kronos Quartet, Steve Coleman col vasto organico orchestrale Council of Balance, Paolo Fresu con Uri Caine e il Quartetto Alborada: saranno tutti in data unica per l’Italia. Impossibile ascoltarli altrove.
Anche la grande tradizione jazzistica sarà vista da una prospettiva che ne coglie in pieno il movimento verso l’attualità, con due band all stars come il quartetto Aziza (ovvero Dave Holland, Chris Potter, Lionel Louekeed Eric Harland) e i Cookers (con, tra gli altri, Billy Harper, George Cables, Cecil McBee, Billy Hart).
Tra gli altri artisti nel cartellone di Bologna Jazz Festival ci saranno il travolgente e magistrale trombettista Randy Brecker, che flirterà con le sonorità brasiliane del suo gruppo Balaio; nomi storici del jazz afroamericano come il pianista Barry Harris (in trio) e il contrabbassista Buster Williams (in quartetto); la squisita chitarra di Julian Lage; il quintetto del trombettista Jeremy Pelt; il trio del trombonista Samuel Blaser; il fervore brasiliano degli Azymuth e quello cubano di Horacio “El Negro”Hernandez con i suoi Italuba; il pianismo modernista di Myra Melford.
In rappresentanza del jazz italiano arriveranno Daniele di Bonaventura e Giovanni Guidi; la band Frontal del pianista Simone Graziano; il duetto tutto percussivo con Pasquale Mirra e Hamid Drake; il trio di Matteo Bortone e il Trio Bobo (con Faso e Christian Meyer delle Storie Tese).
Oltre a toccare i principali teatri bolognesi (Teatro Auditorium Manzoni, Teatro Duse, Unipol Auditorium), il BJF 2016 sarà diffuso a largo raggio sul territorio cittadino: i più celebri jazz club (Cantina Bentivoglio, Bravo Caffè e Barazzo Live) e altre location ospiteranno i numerosi live, il progetto didattico, le master class e gli altri eventi che formeranno il vasto programma del festival.
Immancabile la trasferta del festival a Ferrara, dove anche quest’anno il Torrione Jazz Club accoglierà diverse serate musicali, mentre è una novità lo spostamento per una serata al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia.
Un altro artista coinvolto nel BJF 2016, in collaborazione con BilBOlBul e Cheap on Board, è il pittore e illustratore Gianluigi Toccafondo, al quale è stata affidata la creazione di numerose opere originali per l’immagine visiva del festival: lavori che verranno esposti in una mostra oltre che vere e proprie opere d’arte per l’affissione stradale. Toccafondo sarà anche protagonista del prologo del festival: alcuni suoi cortometraggi d’animazione saranno sonorizzati dal vivo dal collettivo afro-jazz C’mon Tigre (27 ottobre al Teatro Antoniano, in collaborazione con Il Covo e BPM Concerti).
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera. I primi due concerti in teatro del Bologna Jazz Festival 2016 saranno entrambi nel segno delle formazioni all stars e si terranno all’Unipol Auditorium.
Sabato 5 novembre l’inaugurazione del BJF avverrà al suono delle vampate hard bop di un manipolo di musicisti che hanno fatto la storia del mainstream moderno, dagli anni Sessanta a oggi. Sul palco saliranno veterani come il sassofonista Billy Harper, il pianista George Cables, il bassista Cecil McBee, il batterista Billy Hart e i più giovani David Weiss e Craig Handy: tutti assieme formano la superband The Cookers, nella cui impressionante intensità sono incastonati echi di gospel e frenesie modali.
Martedì 8 novembre all’Unipol Auditorium arriverà Aziza: col suo cast altisonante e quasi incredibile (Dave Holland al contrabbasso, Chris Potterai sassofoni, Lionel Loueke alla chitarra ed Eric Harland alla batteria), questo quartetto si preannuncia come una squadra olimpica del modern mainstream più avanzato. Con Aziza l’empatia collettiva raggiunge altezze da brivido, il sound è moderno e vibrante, il beat fisicamente ed emotivamente travolgente.
Venerdì 11 novembre il BJF approderà al Teatro Auditorium Manzoni, per il primo di due concerti-evento che si terranno in questa sala. Il più prestigioso palcoscenico del festival jazz bolognese ospiterà il trombettista Paolo Fresu, cittadino adottivo di Bologna ma star a livello mondiale. Speciale sarà anche il programma, con uno dei progetti di più duraturo successo di Fresu: il duo col pianista Uri Caine, per l’occasione allargato in una più ampia dimensione cameristica grazie alla presenza degli archi del Quartetto Alborada. Il concerto assumerà così un carattere davvero esclusivo, visto che non sono previste altre date con questo organico nel corso della tournée internazionale di cui Fresu e Caine saranno protagonisti.
Grandi numeri sul palco del Teatro Duse lunedì 14 novembre, con il vasto e policromo organico dei Council of Balance, la big band sui generis guidata dal sassofonista Steve Coleman, uno dei più dinamici innovatori del linguaggio jazzistico degli ultimi trent’anni. Nella musica dei Council of Balance gli ingredienti del movimento M-Base (jazz, funk, soul, world music) si fondono con elementi di estrazione classica. L’aggiunta di ritmi latini innesca poi un inarrestabile moto sonoro centrifugo.
Anche in questo caso il BJF si distingue nel panorama dei festival jazz, essendosi aggiudicato l’unica data italiana di questo monumentale spettacolo musicale. In esclusiva nazionale è anche il concerto più prestigioso del festival, quello che vedrà il Kronos Quartet calcare il palco del Teatro Auditorium Manzoni, sabato 19 novembre. Il Kronos è il quartetto d’archi classico-contemporaneo che ha infranto le barriere divisorie tra gli stili musicali con le sue incandescenti esecuzioni e le scelte di repertorio lungimiranti, visionarie, spesso spiazzanti: dal minimalismo statunitense a Jimi Hendrix, dai classici del Novecento ad Astor Piazzolla, dal jazz alle collaborazioni con Tom Waits, David Bowie, Paul McCartney, Björk.
Il BJF farà inoltre un’uscita fuori porta a Castelfranco Emilia, frutto di una nuova collaborazione con gli Amici del Jazz di Modena: giovedì 10 novembre al Teatro Dadà si ascolterà il quintetto del vigoroso trombettista Jeremy Pelt. La Cantina Bentivoglio sarà il fulcro dei vari locali che ospiteranno la programmazione del BJF in versione jazz club. Nel celebre club bolognese la prima alzata di sipario sarà con un nome storico del jazz afroamericano, il pianista Barry Harris, protagonista e modello indiscusso sin dagli anni Cinquanta, che si esibirà in trio il 3 novembre, a conclusione della HERA Masterclass che lo impegnerà come docente dal 30 ottobre al 3 novembre (con annessa jam session aperta al pubblico ogni sera alle 22).
Spazio poi a due jazz brunch domenicali: il 6 con il trio del bassista Matteo Bortone e il 13 con il leggendario Buster Williams,che darà prova della sua fama di contrabbassista per le grandi occasioni con un quartetto che è praticamente una all stars, con Jaleel Shaw, Eric Reed e Lenny White. L’insolito e poetico jazz-tango del duo che affianca il bandoneon di Daniele di Bonaventura e il pianoforte di Giovanni Guidicompleterà la programmazione alla Bentivoglio (il 16).
Vivace e intraprendente sarà la programmazione che si terrà a Ferrara, nell’altro storico club associato al BJF, il Torrione Jazz Club. Una tripletta di appuntamenti illuminerà gli ultimi giorni di ottobre: il 28 Horacio “El Negro”Hernandez, batterista di culto della scena latin, sarà alla testa dei suoi Italuba; il 29 toccherà al trio di Barry Harris, prima del suo lungo soggiorno alla Cantina Bentivoglio; il 31 la pianista Myra Melford presenterà il suo sofistica quintetto “Snowy Egret”. In novembre, il 4 si esibirà il virtuoso del trombone Samuel Blaser, il cui trio è sinonimo di un groove elettrico dal notevole impatto sonoro. Il 7 si ascolterà una star della tromba come Randy Brecker assieme ai Balaio, un quartetto brasiliano che trasporterà Brecker in una insolita dimensione carioca. Prima di approdare alla Cantina Bentivoglio, il quartetto di Buster Williams sarà anche a Ferrara (il 12). L’ultimo appuntamento ferrarese del BJF sarà con il trio di Julian Lage, uno dei solisti più raffinati e ricercati tra le nuove leve della chitarra jazz (il 18).
Una spiccata apertura tra diversi generi musicali è pienamente nello stile del bolognese Bravo Caffè, che ospiterà una seconda data di Randy Brecker e i Balaio, con il loro mix di jazz e Brasile (9 novembre). Si continuerà poi a cavalcare l’onda brasiliana con gli Azymuth, protagonisti sin dagli anni Settanta del moderno jazz samba (il 15). Col Trio Bobo si assisterà a un curioso e proficuo incontro tra un solista jazz come il chitarrista Alessio Menconi e la ritmica delle Storie Tese, ovvero Faso e Christian Meyer (il 17). Anche il Barazzo Live, da alcuni anni protagonista delle notti musicali di via del Pratello, parteciperà per la prima volta al festival jazz bolognese con due appuntamenti domenicali. Il primo, il 6 novembre, sarà col gruppo Frontal del pianista Simone Graziano, il cui concerto sarà preceduto dalla performance di un veterano delle forme libere e della conduction come il sassofonista Sabir Mateen, alla guida dei Bell Ringers. Il 13, le coinvolgenti improvvisazioni del vibrafono di Pasquale Mirra e la batteria di Hamid Drake si addentreranno nel vasto mondo espressivo delle percussioni afroamericane. Due importanti momenti didattici e formativi faranno da apertura e chiusura del BJF. La HERA Masterclassdel pianista Barry Harris sarà aperta ai praticanti di qualunque strumento oltre che ai cantanti e si terrà presso la Cantina Bentivoglio tutti i giorni dal 30 ottobre al 3 novembre, con lezioni mattutine e pomeridiane seguite, nelle sere dal 31 ottobre al 2 novembre, da esibizioni live degli allievi sotto la guida di Harris.
Il Progetto Didattico “Massimo Mutti”, che giunge alla quarta edizione, è invece realizzato ad hoc per il dipartimento jazz del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Tra i vari docenti del lungo e articolato percorso formativo spicca la figura di Steve Coleman. Il saggio in forma di concerto degli allievi (diretti da Fabrizio Puglisie Piero Bittolo Bon), oltre all’esibizione della Big Band del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna diretta da Michele Corcellasu musiche tratte da West Side Story di Leonard Bernstein, costituiranno il momento culminante dell’attività didattica, nonché la giornata finale del Bologna Jazz Festival 2016 (il 20 novembre all’Oratorio di San Filippo Neri, con un doppio appuntamento pomeridiano e serale). In apertura del concerto serale verrà poi consegnato il Premio “Massimo Mutti”, consistente in due borse di studio per i corsi internazionali di perfezionamento estivi 2017 realizzati dalla Fondazione Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz.
Giulio Pocecco