Brucia il Vignola è il titolo del volume di Massimo Rocchi Bilancini dedicato alla tragedia che ha colpito Todi il 25 aprile 1982
Un evento troppo grande per una piccola cittadina come Todi. Una tragedia che ha portato alla ribalta delle cronache dell’epoca un tranquillo centro dedito al turismo ed alla cultura, e che ha evidenziato, in modo scioccante e dirompente, il problema della sicurezza nei luoghi pubblici e di lavoro.
L’incendio del Palazzo del Vignola durante un’importante rassegna antiquaria, il caos che ne segue e la fuga verso la direzione sbagliata fa sì che molte persone restino intrappolate, uccise, arse vive o soffocate dal fumo, ed altre, scampate per miracolo, riportino danni gravi e permanenti. Lo choc è stato grande per tutto il Paese, ai funerali di stato partecipò anche l’allora Presidente della Repubblica, il compianto Sandro Pertini. Era il 25 Aprile 1982.
A 30 anni da quel giorno è uscito il libro di Massimo Rocchi Bilancini “Brucia il Vignola – Trent’anni dopo tra rimozione e memoria”.
Dopo il grande clamore nell’immediatezza dell’evento, mi dice l’autore, su di esso e sulla città cala, come una fitta nebbia, uno strato di oblìo, una forma di tabù, come nel tentativo di rimuovere un dolore troppo grande.
Tanta è l’intenzione di non parlarne, di guardare oltre, che pochissimi sono i documenti pubblicati in merito, e pressoché sconosciuti ai più, sino ai nostri giorni, persino il numero esatto delle vittime ed i loro nomi.
Massimo, che all’epoca aveva poco più di tre anni, cresciuto con il nitido ricordo delle sensazioni vissute, ha sentito la necessità di capire, conoscere quanto successo, e rendere fruibile a tutti la storia ed il suo epilogo, al fine di aiutare Todi, mi dice, ad elaborare una volta per tutte questo lutto collettivo.
Inizia la ricerca dei documenti, nell’Archivio della Biblioteca Comunale trova solamente delle foto scattate da Vincenzo Benigni, fotografo che, all’epoca dei fatti, aveva lo studio proprio sulla stessa via dove si affaccia il Palazzo del Vignola e, non soddisfatto delle poche ed imprecise notizie dei quotidiani dell’epoca, chiede i documenti processuali depositati presso il Tribunale.
La legislazione sulla sicurezza, all’epoca carente, e la superficialità, a detta della sentenza, nella gestione di un evento così importante, portano alla conclusione del processo penale con la condanna di un solo soggetto.
Ma se l’aspetto penale si conclude nel 1985, a livello civile alcuni giudizi si protraggono ancor oggi.
L’elenco ed il numero esatto delle vittime viene pubblicato per la prima volta da Massimo: 35 persone hanno perso la vita in quel rogo, 6 delle quali di Todi.
Il libro Brucia il Vignola è composto da tre parti: una prima parte, la cronistoria, nella quale si racconta quanto accaduto anche con l’ausilio delle carte processuali; la seconda, dove sono pubblicate le perizie tecniche e le testimonianze, e la terza, la più intima, la più sofferta, dal titolo “Il mio Vignola” dove Massimo racconta come ha vissuto la storia all’epoca, di come lo abbia segnato nel tempo, e come, venendo a contatto con tanto dolore, tante storie, tante persone che ancora sentono tali ferite ancora aperte, sia stato travolto, a livello emotivo, da un dramma tanto grande.
Ora la sfida è non dimenticare quanto successo. E per far si che ciò non accada vanno coinvolte le nuove generazioni. Probabilmente pochissimi ragazzi di Todi conoscono quanto accaduto, ed è con questo spirito che, prossimamente, grazie anche alla profonda sensibilità del dott. Guarente, Dirigente Scolastico del Liceo Statale Jacopone da Todi, Massimo sarà presente e racconterà ai giovani allievi del Liceo questa terribile pagina della storia della loro città.
di Benedetta Tintillini