L’arte si fa protesta e riflessione nella mostra personale di Bruno Marcelloni al Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte di Marsciano. L’esposizione è aperta fino al 26 agosto negli orari del Museo, venerdì, sabato e domenica, ore 11-13 e 14-18 (per info 0758741152-3891285261).
Maestro dell’astrattismo contemporaneo, cultore della psicologia della forma e della teoria della percezione, l’artista assisano nelle sue ultime particolarissime creazioni denuncia apertamente il telefono cellulare, in quanto oggetto di una vera e propria dipendenza dalla quale nessuno oramai sembra essere immune.
“Di fronte al muro silenzioso che il telefonino ha creato fra persona e persona, un problema che vivo anche nel rapporto col mio stesso figlio, – ha raccontato Marcelloni al vernissage del 6 agosto – ho sentito la rabbia salire in me e mi è venuto spontaneo di scagliare a terra e ridurre in frantumi quell’oggetto. Nello stesso tempo ho percepito in qualche modo prepotente la forma e i colori di quei frammenti e ho sentito il bisogno artistico di inglobarli nei miei colori.”
“Oggi la società sembra fatta di automi, sempre davanti ai cellulari, al punto da esserne dipendenti.” Così la storica ed esperta d’arte Caterina Poli, presentando la mostra, ha voluto suggerire per leggere le tele di Marcelloni come luogo “dove il colore – ha descritto – ingloba i pezzi di cellulare” e “i frammenti si mescolano come parole ritagliate alla pittura, – ha scritto Claudia Bottini, curatrice del catalogo della mostra – si straniano dal loro contesto per avviare un processo di riflessione critica”.
“Una critica quantomai interessante, nonostante l’utilità indiscussa del mezzo – ha sottolineato tenendo a battesimo l’evento Andrea Pilati, vicesindaco di Marsciano con delega alla cultura – appare evidente l’importanza di riflettere sul pericolo di diventare schiavi di quello che è in realtà uno strumento”.
Marcelloni si ribella al ‘guinzaglio elettronico’, disgrega le parti che compongono il dispositivo, le isola dal contesto funzionale di cui sono parte e le rende protagoniste di una nuova funzione, quella artistica. Nel sentire proprio dell’arte contemporanea che, dal Novecento in poi, ingloba in sè oggetti industriali, sconfinando in settori come il design o il vintage, il recupero e il riuso, o, proprio come in Marcelloni, in funzione assoluta, ovvero nella sua essenza puramente estetica.
Bruno Marcelloni – Formatosi coi maestri della grafica e del colore Eugen Dragotescu e William Congdon ha posto solide basi sull’astrattismo di Luigi Montanarini ed è stato a lungo in contatto con le espressioni più significative di questa corrente negli Stati Uniti. Emerso per le sue ‘strutture spaziali’ esposte a Caserta nel ’73, negli anni ’80, laureatosi in Psicologia specializzatosi a Roma nella branca clinica della disciplina, approfondisce e sviluppa gli aspetti teorici e pratici della comunicazione e della creatività. Ha proseguito nel frattempo la sua attività artistica con personali e collettive, vari riconoscimenti e importanti collaborazioni, come quelle con Luca Patella, Bruno Corà, Piero D’Orazio, Mauro Staccioli, Nino Caruso.
Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte di Marsciano – Movendo dall’idea simbolo di una storia cittadina di operosità e imprenditoria, sorge nella sede del Trecentesco Palazzo Pietromarchi, completamente ristrutturato col finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Inaugurato nel 2004 come polo museale e fulcro di iniziative e attività culturali, è stato riaperto nello scorso aprile con una nuova gestione affidata alla Cooperativa sociale Athena, giovane realtà che, guidata da Isabella Sensini, si occupa di marketing territoriale e con la quale l’amministrazione ha iniziato “un percorso – ha detto il sindaco Francesca Mele – che servirà a ridare centralità a questa struttura, sia come contenitore della collezione museale che come spazio in cui realizzare e promuovere attività culturali e sociali”.
Maria Vittoria Grotteschi
Nella foto da sin. Bruno Marcelloni, Andrea Pilati, Caterina Poli