“Sono un magistrato che nel tempo libero va nelle comunità terapeutiche dove ci sono dei disperati che tentano di uscire dalla droga. Proprio ieri mi imploravano, come se dipendesse da me, di non far passare la legge” sulla legalizzazione della cannabis, “perché loro erano partiti con le canne”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, al convegno ‘Cannabis – Non è mai leggera’ a Palazzo Madama.
“Bisogna capire – ha aggiunto – che le mafie non si impoveriscono legalizzando l’hashish, perché le cosiddette droghe leggere sono solo il 5% delle droghe che vengono consumate. Su 100 tossicodipendenti solo 5 sono dipendenti dalle droghe leggere, e solo il 25% di questo 5% sono maggiorenni. A meno che non pensiamo di vendere la droga a quelli che hanno meno di 18 anni. Il mancato guadagno – ha proseguito – è risibile, visto che al mercato nero 1 grammo di marjuana costa 4 euro e 1 grammo di cocaina 50 euro: per coerenza dovremmo liberalizzare la cocaina, visto che l’80% dei tossicodipendenti sono cocainomani”.
Quanto all’argomento secondo il quale, a seguito della liberalizzazione, le forze dell’ordine potrebbero concentrarsi sul traffico delle droghe pesanti, per Gratteri è “sbagliato” perché “il venditore al dettaglio non vende solo marijuana, ma diversifica i suoi prodotti” così come “il negozio di generi alimentari non vende solo pasta ma anche pane, sugo, tonno: il venditore di droga che controlla la piazza vende di tutto. Quindi, non verrebbe meno l’indagine sull’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti”.