Azienda con impostazione classica tradizionale, la cantina Antonelli San Marco è tra le più antiche di Montefalco. Fondata nel 1881 dall’avvocato Francesco Antonelli ed ora in mano all’erede Filippo, l’azienda è composta da 500 ettari di terreno dei quali 55 vitati, tutti a coltivazione biologica.
La Cantina Antonelli San Marco è di proprietà della famiglia Antonelli dal 1881, e da allora è sempre stata votata alla coltivazione della vite, di cultivar autoctone nello specifico, come il Trebbiano Spoletino, il Grechetto ed il Sagrantino.
Andiamo alla scoperta delle etichette di punta della Cantina Antonelli San Marco accompagnati dal sommelier Luca Rosati, che ci aiuta a cogliere le particolarità dei vini e a conoscerne la storia. Iniziamo con un Trebbiamo Spoletino, il Trebium, che prende il nome dall’antica città di Trevi. La cantina Antonelli San Marco è stata tra le prime a rivalutare il vitigno del Trebbiano Spoletino dopo un lungo periodo di scarso successo, dovuto anche alla sua bassa resa. Dal 2000 Filippo Antonelli ha voluto rilanciare questo vitigno coltivandolo a guyot per una maggiore resa e, finalmente, nel 2007, è stata prodotta la prima bottiglia del Trebium.
Il Trebbiano spoletino, come accennato, è un vitigno autoctono umbro la cui produzione è limitata nella zona tra Trevi e Spoleto. Ha proprio DNA che lo differenzia dagli altri Trebbiano e la sua raccolta avviene a fine ottobre. Vino molto eclettico, si può spumantizzare con una raccolta precoce, vinificare in bianco, passare in legno o macerare. In questo caso, il Trebium è fermentato in botti di quercia (la cantina Antonelli non utilizza barriques).
Dalla singolare “vigna rotonda”, anticamente coltivata a grechetto poi tagliata e reinnestata con Trebbiano Spoletino nasce Anteprima Tonda, il bianco più importante dell’azienda, che offre al naso e al palato sentori di miele, frutta tropicale matura, caramella d’orzo. La sua particolarità è la macerazione e fermentazione in anfore di terracotta per sei mesi senza controllo delle temperature e aggiunta di lieviti; il risultato viene poi passato in cemento 3 mesi e quindi imbottigliato. I profumi ed i sentori che lo rendono un vino unico sono proprio dovuti al fondamentale passaggio nelle anfore di terracotta. Si sposa perfettamente con carni bianche cucinate “in bianco” e formaggi mediamente stagionati; se ne producono circa 6000 bottiglie l’anno.
Per quanto riguarda i rossi iniziamo assaggiando il Montefalco Rosso Riserva, una edizione limitata a 20.000 bottiglie prodotte non tutti gli anni, fiore all’occhiello della cantina grazie alla selezione delle migliori uve e composto per l’80% di Sangiovese e 20% di Sagrantino, come da nuovo disciplinare del Consorzio. Passa 18 mesi in botte grande e tonneau, 4 mesi in cemento e 1 anno di bottiglia, di prossima uscita l’annata 2018. Vino dalla bella struttura e ottima acidità, tannino fine ed elegante, gran bella bottiglia che raggiunge la sua massima espressione dopo 4/5 anni dalla vendemmia.
Dopo il Montefalco Rosso piccola “verticale” di Sagrantino: 2015 e 2008 per apprezzarne le notevoli differenze. Da sottolineare che il Sagrantino della Cantina Antonelli è sottoposto ad un minimo di 2 anni e mezzo di affinamento in vetro contro i 12 mesi previsti dal disciplinare.
Il Sagrantino matura molto tardi, si raccoglie infatti nella seconda metà di ottobre. La vinificazione avviene in acciaio 24 mesi tra botte grande e tonneau, 9 mesi di cemento e due anni e mezzo in bottiglia. La bottiglia del 2015 propone un tannino importante, prerogativa del Sagrantino, mentre il 2008 arriva in bocca molto più equilibrato, il tannino è allo stato ottimale, si sente senza imporsi, mentre i profumi sono al massimo. Abbinamenti consigliati: cacciagione da piuma per il Sagrantino 2015 mentre con il 2008 stracotti e brasati accompagnano alla perfezione la rotondità del vino.
Ma l’apoteosi del Sagrantino proposto dalla Cantina Antonelli si raggiunge con due etichette: Molino dell’Attone, mezzo ettaro di terreno coltivato a vite a Gualdo Cattaneo, roccioso ed esposto al sole del mattino che fa 40 mesi di tonneau, proponendo note minerali e una maggiore acidità e Chiusa di Pannone: vino proveniente da un terreno in zona molto ventilata, argillosa, attraversata da una sorgente, che genera un Sagrantino che vinifica 40 mesi in botte grande e cemento, proponendo una notevole ricchezza al naso e in bocca accompagnata da un tannino molto potente. Sono vini questi che sfidano gli anni: solo il tempo infatti che saprà mitigare il tannino imponente realizzando un prodotto assolutamente eccezionale del quale non vengono realizzate tutte le annate.
Chiudiamo con il grande classico: il Sagrantino Passito, realizzato con uve appassite per due mesi e mezzo per elevare la concentrazione zuccherina per poi passare 35 mesi botte grande. Si tratta di vino “emozionale” che, seppur dolce, non perde la personalità del vitigno da cui proviene. Il Sagrantino Passito è abbinabile a preparazioni al cioccolato.
La Cantina Antonelli produce circa 250.000 bottiglie all’anno, il 40% delle quali destinate al mercato estero, principalmente Nord Europa. Non dimenticando la filosofia Bio dell’azienda, ci piace sottolineare che la Cantina Antonelli San Marco non produce “soltanto” grandi vini, ma anche grappa, olio e.v.o., salumi e pasta di farro.
Benedetta Tintillini