La sentitissima festa di Santa Rita da Cascia quest’anno è stata resa particolare a causa del coronavirus: niente gente festante nel Santuario e lungo il viale, ma le presenze contingentate e le precauzioni non hanno impedito ai fedeli di tutto il mondo di assistere alle celebrazioni e stringersi intorno alla Santa dei Casi impossibili.
Presenze contingentate quest’anno nel Santuario di Santa Rita da Cascia dove, come da tradizione, si è celebrata la festa in memoria della Santa umbra.
Presente anche la presidente di regione Donatella Tesei, i partecipanti, circa 80 persone, disposti come da indicazioni governative a distanza di sicurezza e con le mascherine, hanno assistito ad una celebrazione particolare, dove è mancata la calorosa presenza dei fedeli ma non certo l’intensità della fede dei tantissimi che, da sempre, venerano la Santa umbra e che hanno avuto la possibilità di seguire la celebrazione attraverso i nuovi canali di comunicazione in diretta streaming.
La festa di Santa Rita da Cascia quest’anno è coincisa con un periodo di disorientamento, incertezza e paura: proprio per questo motivo l’appuntamento con la devozione alla Santa deve essere ulteriore occasione di riflessione su quanto stiamo vivendo, come abbiamo vissuto finora e come dovrà essere il nostro futuro, queste le parole del Vescovo di Cascia Monsignor Renato Boccardo: “Nella fede Rita fu donna di amore e di pace, che ci ha insegnato a sostituire il male con il bene, il risentimento con il perdono, l’egoismo con la gratuità. Il virus che ci ha colpiti ha smascherato la nostra grande illusione di onnipotenza, rivelando la nostra fragilità ed il nostro bisogno, per la nostra vita, della vita di Cristo”. “Dobbiamo accogliere la lezione che stiamo vivendo a causa del coronavirus – ha proseguito Boccardo – per ritrovare un’umanità migliore, coltivare e riconoscere le relazioni autentiche ed il contatto con la propria famiglia, curando quindi le relazioni con il prossimo in modo sincero ed in condivisione, rivendendo quindi la propria scala di valori, che deve avere al suo apice proprio le relazioni con il prossimo, come ci ha insegnato Santa Rita che è la Santa dei poveri e dei disperati. Niente sarà più come prima, ci dicono, allora ognuno di noi deve cambiare la scala dei valori che dominano la propria vita”.
Parole di speranza anche dal Sindaco:
La rituale benedizione delle rose quest’anno, data la situazione sanitaria in corso, è stata estesa non solo alle rose presenti nel santuario, 47 delle quali destinate ai nostri governanti, ma anche tutte quelle che i devoti hanno alzato, in tutto il mondo, in onore della Santa, come da tradizione avviene lungo il viale del Santuario e come ci auguriamo, il prossimo anno torneremo a fare, liberi dall’angoscia della pandemia.
Donatella Binaglia