L’imponente statua di Santa Rita accoglie il visitatore che si accinge a raggiungere Cascia, cittadina famosa proprio grazie all’enorme devozione di cui gode, in ogni angolo del mondo, la Santa dei casi impossibili.
L’enorme flusso di pellegrini che giungono per pregare davanti al corpo della Santa e il singolare tessuto urbano che ha assunto Cascia nel corso dei secoli, fa spesso dimenticare che Cascia ha molto da offrire oltre al turismo prettamente religioso.
Il centro urbano di Cascia è il frutto di due grandi fattori esterni, come dicono i casciani stessi: dei terremoti che si sono susseguiti nei secoli e della potente figura di Santa Rita.
I terremoti, ovviamente, hanno distrutto, lesionato, modificato: le cicatrici dell’ultimo sono ancora drammaticamente visibili e rendono tutt’ora inaccessibili luoghi d’arte e di culto. Riguardo Santa Rita, l’immensa devozione che la accompagna ed il suo percorso verso la santità hanno fortemente influito nella morfologia del centro della cittadina.
Rita infatti è vissuta a cavallo tra il 1381 ed il 1457: beata subito a furor di popolo, è stata proclamata santa solo nel 1900. Da qui l’anomalia di un Santuario affrescato in stile futurista, per realizzare il quale, oltre a tutti gli spazi annessi per accogliere i pellegrini e il viale di accesso (gremito in occasione della festa della Santa il 22 Maggio) si decise di cancellare una buona fetta del tessuto urbano preesistente.
All’antico monastero di suore Agostiniane che l’ha accolta si affianca infatti il bianco blocco della Basilica, la cui facciata è un mix di elementi che richiamano una serie di stili architettonici antichi, come le due guglie che cercano di dare slancio gotico alla facciata, gli altorilievi ai lati del portale e l’enorme croce che lo sovrasta.
L’interno della Basilica colpisce per i colori vividi e lo stile geometrico proprio dei primi anni del ‘900, mentre il fulcro è sicuramente la cappella con il sarcofago d’argento dove risposa Santa Rita, esposta ininterrottamente all’adorazione dei pellegrini.
Ma facciamo un passo indietro: Cascia ha origini antichissime (seppur ben poco è rimasto a testimonianza) nei suoi territori infatti insistevano i Sabini, la popolazione che ha regnato in accordo con Roma sulla nascente civiltà della Lupa. Il nucleo più antico di Cascia è quello dove insiste la sua Rocca, più in alto rispetto all’attuale centro abitato, un luogo ora molto suggestivo dove un arco segna il confine tra gli edifici e i boschi, percorsi da molti sentieri segnati e attrezzati attraverso i quali è possibile raggiungere piccoli villaggi limitrofi.
In questa parte di Cascia, nel ‘300, gli agostiniani fondarono un convento ed una chiesa, tutt’ora visitabile, dedicata al loro maestro, Sant’Agostino. Al suo interno sono visibili i segni dei terremoti, nefasto fu quello del 1703, e dei seguenti rifacimenti, come nel caso dell’affresco della Madonna del Soccorso.
Notevoli ma attualmente non visitabili, nel centro abitato di Cascia, le chiese di San Francesco, che indica il luogo dove si insediò l’ordine Francescano e di Santa Maria della Visitazione, le cui visibili ferite impediscono di godere a pieno delle architetture e dei dipinti al loro interno.
Il signorile palazzo posseduto dalla famiglia Santi è ora la sede del Museo Comunale di Cascia che, al suo interno, ospita una sezione archeologica, una dedicata ad una serie di sculture lignee, in terracotta, stucco e pietra risalenti al XIII secolo, oltre a una stanza dedicata al cardinale Fausto Poli.
La sezione archeologica propone un corredo funerario di una tomba ellenistica rinvenuta a Maltignano e alcuni elementi rinvenuti nell’area di Villa San Silvestro (dove era presente un tempio dedicato a Ercole), mentre, tra le sculture di epoca medievale, particolarmente interessante è il gruppo di Tobiolo e l’Angelo.
Una visita a Cascia non può non prevedere una sosta enogastronomica: molti sono gli agriturismi nei dintorni della cittadina dove è possibile degustare prodotti tipici a chilometro zero, dai salumi ai formaggi, ai legumi come la riscoperta “roveja”, alla cacciagione, senza dimenticare lo zafferano Purissimo.
Cascia si vuole proporre quindi come fulcro per un’esperienza a tutto tondo, che coinvolga il visitatore che vuole conoscere la vera essenza dei suoi luoghi, e che può considerare la città di Santa Rita come punto di partenza alla scoperta del territorio, delle ville e dei castelli circostanti.
Benedetta Tintillini