Una cittadina pulsante Castelnuovo di Farfa, che invita cittadini e turisti a far festa nel giorno di Ferragosto al Museo dell’Olio della Sabina. Il mese di agosto potrebbe essere un’occasione propizia per visitare questo magnifico borgo, situato sulla Salaria, a 60 km da Roma e 35 da Rieti.
Il paese è uno scrigno che contiene alcuni gioielli da non perdere, come il Museo dell’Olio della Sabina, un’esperienza sensoriale indimenticabile, e il monumento medioevale di S. Donato, edificato prima dell’anno mille. Da visitare il centro storico che presenta alcuni magnifici palazzi del 1.500 – 1.600 e un giardino all’italiana, affacciato in una splendida valle di olivi e casali.
A Castelnuovo di Farfa, dove non è un problema trovare ospitalità, offerta con sapienza da ristoranti, agriturismi, maneggi e B&B, la storia, l’arte e la cultura vanno a braccetto con il gustoso e antichissimo olio extravergine. Ottenuto da dieci varietà di olivi (Carboncella, Leccino, Raja, Frantoio, Olivastrone, Moraiolo, Olivago, Salviana e Rosciola), l’olio della Sabina, che è garantito e tutelato dal marchio Dop, ha un colore giallo-oro dai riflessi verdi, il suo sapore è aromatico e l’acidità massima è pari allo 0,60%.
Non si può resistere al profumo delle bruschette con l’olio della Sabina e non si può dire no alle fettuccine impastate a mano dalle signore del paese. Castelnuovo di Farfa è un borgo che ha molto da offrire alle famiglie e a tutte le persone in cerca di tradizioni, storia, natura e qualche giorno di tranquillità.
Il Museo dell’Olio della Sabina
C’era… c’era una volta, c’era una volta, c’era una volta… c’era una volta un albero… un vecchissimo albero che era rimasto solo nell’isola del vento … (Maria Lai, 2001)
Con la lettura di queste poetiche parole impresse sull’ L’albero del poeta avrà inizio la visita. Accompagnati dai narratori del Museo, i visitatori avranno modo di affascinarsi e sorprendersi per un insolito racconto e per il dialogo che ne scaturirà e del quale saranno protagonisti.
Il museo è dedicato all’olio della Sabina che il medico Galeno (II secolo d.C.) definì come il migliore del mondo antico. La vicinissima Abbazia di Farfa fu uno dei pochi centri medioevali europei nel quale furono conservate e poi trasmesse le antiche tecniche dell’olivicoltura.
Il museo ha sede a Palazzo Perelli, edificio cinquecentesco di recente recuperato, ma si estende anche al centro storico e al paesaggio. L’itinerario museale ha inizio con una sezione dedicata al mito dell’olio, celebrato da sculture dei maestri contemporanei Alik Cavaliere, grande scultore, Gianandrea Gazzola, designer e musicista, Maria Lai, la grande artista “visiva” sarda, e Hidetoshi Nagasawa, scultore e architetto giapponese.
La visita prosegue con la documentazione sulla botanica dell’ulivo sabino e la tradizione dell’olivicoltura, poi con la sala della memoria, dove il mondo dell’olio viene raccontato dalle voci e dalle immagini dei contadini di Calstelnuovo di Farfa.
Con un percorso pedonale nella campagna, si raggiunge il sito monumentale di San Donato, una rara testimonianza di architettura altomedievale, immersa nei campi circostanti il paese di Castelnuovo di Farfa. San Donato non è solo una delle più antiche chiese sabine ma anche una testimonianza rara ed importante per l’archeologia alto medioevale. Infatti, grazie agli archivi dell’Abbazia di Farfa è possibile tracciare il percorso evolutivo di questo sito attraverso i secoli.
Giuseppe Manzo