In un periodo fortemente segnato dal lockdown e da un peggioramento dei disturbi del comportamento alimentare, il centro DCA Palazzo Francisci di Todi continua a migliorare i propri servizi, supportato anche dalle associazioni del territorio. Il contributo questa volta arriva dal Lions Club 108L del Perugino, che il 23 giugno ha donato uno strumento per la Bioimpedenziometria, un esame non invasivo della composizione corporea, che risulta utilissimo nei soggetti affetti da DCA non soltanto per la valutazione dello stato nutrizionale nelle fasi di rialimentazione, ma anche come strumento motivazionale al cambiamento e per distogliere l’attenzione dal rigido controllo del peso corporeo, che non va più considerato in termini assoluti.
A ricevere il dono, consegnato dal governatore del Lions Club 108L Massimo Paggi, dal presidente della VIII circoscrizione del distretto Lions 108L Francesco dell’Aira e dal coordinatore del comitato del distretto 108L per la lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare Piero Labate, è stata la dottoressa Laura Dalla Ragione, direttore della rete dei disturbi del comportamento alimentare della Usl Umbria 1. Alla donazione era presente anche il sindaco di Todi Antonino Ruggiano.
Le strutture dedicate ai DCA della Usl Umbria 1 sono tra le poche in Italia ad essere rimaste sempre aperte anche durante l’emergenza Covid ed hanno potuto offrire aiuto, in trattamento residenziale o con interventi a distanza, a tante persone in difficoltà in un periodo, quello del lockdown, in cui i disturbi alimentari, come è noto, sono sensibilmente peggiorati. Si calcola un aumento del 30% in generale di questi disturbi e il centro DCA Palazzo Francisci di Todi, che è sede del numero verde nazionale SOS Disturbi alimentari 800.180.969, ha avuto un aumento esponenziale di chiamate e richieste di aiuto da parte di pazienti e genitori.
“L’abbassamento dell’età di esordio di queste patologie, ha più volte sottolineato la dottoressa Laura Dalla Ragione, costituisce uno dei fattori più preoccupanti di quella che si configura come una vera e propria epidemia. In questo momento il 30% dei nostri pazienti, anche ricoverati a Todi sono sotto i 14 anni, con patologie sovrapponibili a quelle dei ragazzi più grandi, ma con conseguenze più gravi vista la giovane età“.