La Galleria delle Arti di Luigi Amadei di Città di Castello, con il patrocinio del comune di Città di Castello, ha organizzato la mostra Burri – Leoncillo – Nuvolo. Dalla “Valle Museo” a Roma, che aprirà i battenti il prossimo 8 dicembre curata dallo storico critico d’arte Lorenzo Fiorucci.
Una mostra a tre voci, di altrettanti protagonisti dell’arte contemporanea: Alberto Burri, Leoncillo Leonardi e Giorgio Ascani, in arte Nuvolo, accomunati dalle origini umbre, in cui l’Alta Valle del Tevere, la “Valle Museo” per eccellenza, ha giocato un ruolo dirimete per lo sviluppo e la crescita delle rispettive esperienze professionali. Già sulla scorta dell’esperienza di Piero della Francesca, Raffaello e Luca Signorelli, solo per citare alcuni dei maestri che benedissero questa terra con la loro arte, anche nel Novecento l’alta Umbria ha dato il proprio contributo allo sviluppo di nuovi linguaggi artistici.
Una mostra che secondo i desiderata del curatore, vuole mettere a fuoco la genesi di tre grandi artisti, due dei qual nati a Città di Castello (Burri e Nuvolo). Il terzo artista, lo scultore Leoncillo nativo di Spoleto, deve il suo “apprendistato” artistico ad Umbertide, dove si reca nel ’38 presso le ceramiche Rometti, per apprendere quella competenza tecnica che gli servirà per realizzare le sue sculture che stravolsero i canoni tradizionali della modellazione plastica. Un incipit per una storia a tre voci, di altrettante personalità artistiche che accolte nella capitale divennero nel breve volgere di un decennio protagonisti dell’arte del secondo dopoguerra. Protagonisti di cui Burri rappresenta sicuramente l’anima più innovativa capace di imporre un linguaggio “sovversivo” e che lo ha reso protagonista internazionale dell’arte Informale. Di Leoncillo si è detta la peculiarità di ripensare la scultura ceramica, prima attraverso il colore e poi attraverso l’azione diretta sulla materia: scavata, graffiata e ferita come la sua anima sofferente. Infine Nuvolo il più giovane dei tre in cui l’innovazione passa necessariamente attraverso la serigrafia e la grafica di cui è stato maestro insuperato. Tre artisti, partiti dall’Alta Valle del Tevere e scesi a Roma in cerca di fortuna, se non tutti amici sicuramente conoscenti che seppure talvolta divisi nelle idee, trovarono un’unitaria comunione d’intenti nel rinnovare i linguaggi pittorici, plastici e grafici dell’arte del secolo passato.