di Benedetta Tintillini
Importante e costruttivo appuntamento ieri pomeriggio al Cortile di Francesco ad Assisi dove si è parlato di “Pane sporco. Inquinamento ambientale, relazionale, istituzionale, morale” insieme a Raffaele Cantone, Don Luigi Ciotti, Vittorio Alberti e Gerardo Greco come moderatore.
Incisivi, come sempre, i contributi degli ospiti che hanno tenuto a sottolineare come la corruzione non sia un fenomeno prettamente economico/amministrativo: in Italia si sta assistendo, ormai da anni, alla corruzione in un’accezione più ampia del termine, nel senso di decomposizione delle coscienze, ormai apatiche e acritiche, che non hanno più neanche la capacità di indignarsi per quanto sta accadendo intorno a noi.
Per innescare una controtendenza il punto di partenza non può essere che la scuola, non da sola però, ma coadiuvata dai genitori e dalla politica che deve smettere di deliberare per l’oggi, ma deve essere in grado di progettare a lungo termine, cosa di cui, a quanto pare, non si dimostra capace. Si deve proseguire poi con la trasparenza amministrativa, non intesa come slogan ma come verità.
Come afferma don Ciotti nel suo intervento: “prima di tutto vanno educate le coscienze, prima di tutto con un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, nessuno escluso: politici, amministratori, educatori, giornalisti, ognuno deve impegnarsi in un risveglio morale e sociale, ma ogni cittadino, anche solo per inedia, deve sentirsi responsabile di quanto succede al pari dei corrotti e dei corruttori. Il maggior pericolo nella nostra società è la neutralità: dove eravamo noi tutti in questi anni mentre il nostro Paese pian piano si decomponeva fino a diventare un relitto marcescente? Bisogna cominciare a provare disgusto ed assumersi ognuno le proprie responsabilità”. “L’inganno più grande è racchiuso nella parola legalità – continua don Ciotti – parola ormai svuotata di ogni significato, parola-sedativo utilizzata proprio da chi la legalità ignora, fino a farsene scudo per i suoi atti immorali”.
Il filosofo Vittorio Alberti propone di risvegliare le coscienze attraverso l’arte che ci circonda: “Corruzione è stancarsi dell’universale che l’arte propone e rappresenta, chi ama l’arte non può essere corrotto. Non abbiamo bisogno di altri martiri come Falcone e Borsellino, abbiamo intorno a noi tutto ciò che è necessario per svegliarsi e lottare contro la corruzione”.
“I Paesi corrotti, seppur ricchissimi sopravvivono a stento (vedi l’Argentina) – interviene Cantone -. La corruzione ci ruba la democrazia, ed oltre ad essere un problema etico è anche un problema di convenienza, a lungo termine la corruzione non paga. Corruzione è anche sinonimo di incompetenza, e la competenza porta con sé l’onestà. Il nemico più difficile contro il quale lotto sono i luoghi comuni, la superficialità è il vero male dell’Italia.
Nel nostro Paese stiamo assistendo a continuo tradimento della democrazia che va a braccetto con un grado di umanità talmente basso da essere allarmante.
E’ ora di svegliare le coscienze, a cominciare da me.